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domenica 17 aprile 2016

Storie di referendum



 
Bisognerebbe fare un referendum per abolire il mercato di gennaio che ci ha trivellato i sogni, e che alla fine è stato come per chi è andato a Lesbo carico di aspettative, e poi ci ha trovato i migranti. E uno bisognerebbe farlo perché è anacronistico che nel 2016 continuiamo a distribuire ancora i biglietti da visita, praticamente solo per fare un favore a chi si fa le canne. Un referendum anche per regolare i rapporti tra chi ha un blog e chi lo frequenta, perché se chi lo gestisce vede il bicchiere mezzo pieno, ma chi lo frequenta continua ad avere un rapporto piatto con le emozioni della stagione, rimarrà sempre un blog a cui manca la tovaglia. Oppure due referendum in contemporanea in modo da non dare all’altro il vantaggio di conoscere il risultato, e così capire se c’è più affluenza in quello sull’abolizione del pessimismo negli stadi (SI o NO agli striscioni del tipo "mai una gioia") oppure in quello un po’ più effimero sulla moda in curva (SI o NO al colletto alzato della polo). Qualche briciola di intelligenza ce l'ho anche se faccio questi discorsi, che credete, non la mostro solo perché non amo lasciare sporco in giro. E poi perché in un blog non c’è una colonna sonora, altrimenti sentireste come il verso di un cormorano, mentre in realtà è la Rita che urla perché dovevamo uscire per andare a mangiare la pizza da Berberè in piazza de’ Nerli. Mentre io ero ancora al salone dell'immobile. Il referendum che mi fa più paura però è quello SI o NO ai DV, perché non vorrei che alla fine, quando vinceremo finalmente qualcosa, ci sia qualcuno che si ritrova come mi ritrovo oggi io con il tatuaggio "viva la vida loca" sul polso, in evidenza quando stendo il braccio per buttare la spazzatura. Il referendum ha solitamente il difetto di essere troppo diretto, o SI o NO a qualcosa, mentre spesso ci vogliono strategie più articolate e raffinate per raggiungere il proprio obiettivo. Anche perché il rischio è che ci sia scarsa affluenza per la troppa brutalità della domanda. Quindi se c’è un referendum che non farei mai è quello sulla risoluzione del contratto di Cognigni, ve lo ritrovereste sempre lì, quindi se non si riesce a sconfiggerlo alle urne, dovete farvelo amico, e poi invitarlo alla comunione di vostro figlio. Mentre voterei SI a quello sulla vittoria della Fiorentina contro il Sassuolo e No alla messa in ordine coatta della camera da letto di Patti Smith. Il mio referendum preferito? SI al finanziamento privato di un tatuaggio sulla passera di qualsiasi ragazza conseziente, a patto che me lo faccia toccare ogni volta che glielo chiedo.



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