Vi
scrivo dalla mia cella umida. Cari pezzi di merda. Mi scuso per il
linguaggio colorito già abbondantemente carcerario. Vi scrivo in
risposta al comunicato del portavoce del governo provvisorio qui sotto
riproposto:
“Sitollockiani,
Sitollockiane, questo è un comunicato della giunta militare che ha
preso, in piena emergenza, nelle sue mani i destini del sito. Chi scrive
è un portavoce del governo provvisorio, presieduto dal Generalissimo
Sopravvissuto. Tutte le cariche sono state azzerate, tutti i luoghi
istituzionali sono presidiati dalla guardia civile, le funzioni della
vita pubblica assicurate nella continuità: gli abitanti del sito non
temano violenze, permangano nelle loro attività pacifiche e ordinarie.
Cosa sia successo ben lo sapete: il sito si è ribellato spontaneamente a
un regime, quello del Signor (o piuttosto Mr., come giustamente e
sprezzantemente lo chiama Schreber, Presidente di uno stato limitrofo
dove i terrazzani portano lunghi camici bianchi e vivono in case dalle
pareti di gommapiuma) Pollock, che da giorni faceva ormai scarseggiare
ciò di cui solo si pascono i sitollockiani, con effetti evidenti
sull'ordine pubblico e sul sistema nervoso degli un tempo felici
abitanti del sito. Sì, stiamo ovviamente parlando della fica, di questo
bisogno primario dell'uomo, ma anche di certe donne. Come si è arrivati a
tutto ciò? L'irruzione dei cittadini sdegnati e armati nel palazzo
presidenziale ha svelato l'atroce verità: al popolo affamato è apparso,
in un volgare pigiamino rosso a pallini verdi, un uomo e meglio direi
una larva, con occhiaie scolpite negli abissi, ingobbito dalla deboscia,
un sorriso inebetito sul fior delle labbra, un uomo circondato da un
centinaio circa di tope mostruose, spaventatissime davanti alla massa
inferocita coi forconi eppure in breve già disposte a cambiar manico, in
breve fattesi più fiduciose, in breve convinte alla causa
rivoluzionaria, in breve... sì, ci siamo capiti! Tope, sì, tope a sfare,
tope negli armadi, tope nei bagni, tope negli sgabuzzini, tope sopra e
sotto i letti, tope scendiletti... Un uomo senza scrupoli, un ambizioso,
un avventuriero, che aveva plagiato e ingannato (ma, come diceva
Lincoln, si può ingannare tutti una volta, uno tutte le volte, non tutti
tutte le volte!) un popolo di gente onesta e laboriosa, credente solo
nel premio peloso finale, un uomo siffatto aveva, per quasi un anno di
suo efferato regime, accumulato i sudati risparmi topeschi dei suoi
soggetti, sempre mostrando il volto affabile, sempre predicando pace e
fica per tutti. A lui tutte le tope, nulla ai sitollockiani! Ecco cosa
celavano gli imbonimenti mattutini, cui la Fiorentina (oppio dei
sitollockiani, come già Marx denunciava) era solo pretesto per un
facile, superficiale consenso! E gli accordi coi paesi stranieri, coi
paesi contro i quali i sitollockiani sono da sempre in guerra
dichiarata! Gli scambi di tope, di cui abbiamo trovato le prove forzando
i cassetti della scrivania presidenziale! Transazioni private col
senese, col baseballista, per partouze nelle ambasciate o dentro le
Mercedes fumé d'ordinanza! Un mostro! Un affamatore! Che si lasciava
andare, nelle conversazioni telefoniche intercettate col Multinick, a
espressioni come «Quel cazzone di Vitalogy, se sapesse che gnocche mi
sto sbattendo mentre lui sproloquia di 3-5-2», oppure «Parli, parli di
Montolivo, che ha fatto ma bene ad andarsene [= capite, Montolivo ha
fatto bene, e poi ci parla di asticelle, nei suoi topic!], parli pure
Antognoniforever, che le tope che mi faccio io con gli introiti
pubblicitari che mi procura con le sue analisi delle partite della
Nazionale, lui le vede col binocolo!». Mio Dio, che orrore! L'orgia del
potere! Con un popolo che andava avanti a seghe e che credeva che
fossero sacrifici necessari, in un momento di crisi! Adesso, questo
spregevole individuo, al quale abbiamo avuto il torto di affidare in le
nostre emozioni, marcisce in una cella umida, in isolamento, in attesa
di processo. Ha chiesto poco fa al suo carceriere, credendo di fare il
simpatico, di ingraziarselo: «Com'è finita, poi, quella storia del
Chiari? E Jordan, se fa sempre col Mala?». Troppo tardi, quando già
soccombeva sotto le manganellate, si avvide che l'uomo in divisa, che
era uscito dalla luce del corridoio nel buio interno, era Jordan, cupo
come il cielo sopra il mare in tempesta.”
So
già che il Chiarificatore farà di tutto per farmi avere almeno un
permesso di un’ora, certo, non perché mi è rimasto fedele, unico in
mezzo a questa manica di stronzi che m’hanno messo qua dentro ad
ammuffire, ma lo farà solo per arrivare in Piazza del Tiratoio a farsi
pagare quel cazzo di panino col lampredotto che gli avevo promesso. Mi
avete tradito mentre io vi ho sempre governato come Diego fa con i suoi
operai, ho sempre diviso gli utili con voi. Ma non vi porto rancore.
Siete come Marchionne, mi avete relegato in questa piccola, povera cella
per via della forza motrice di quel “pelo” volgare che vi hanno
sventolato sotto il nasone, quella maitresse di un Generale
Sopravvissuto vi ha promesso Legioni di ancelle vogliose e già
divaricate come cosce di rane, e invece dei miei ricercati formaggi di
pecora, stuoli di lenzuoli abitati da una popolazione a pecorina, siete
stati presi per la gola dal miele del diavolo, mentre io ingenuo vi
proponevo presidi di prodotti biologici. Erano confetti ai maiali i
miei, mentre voi pensavate solo alle maiale, e non è vero, come scritto
nel comunicato da quel gran falsone di un portavoce, che vi avrei
affamato facendo scarseggiare i rifornimenti, ho dovuto difendere anche
la vostra reputazione già abbondantemente di merda di suo, da un delfino
che aveva messo il numerino come alla Coop per controllare la fila
davanti alla porta di questo casino, vi ho difeso le spalle e anche le
palle da un Marco Siena che si era accorto di questo bassofondo di un
baccanale segnalandolo subito alla Buoncostume, come a suo tempo aveva
fatto con la spiata sulla pontellizzazione, abbiamo l’uccello sotto
controllo cari cazzoni, come a Palazzo Grazioli, e voi vi siete fatti
inculare (escluso Jordan) dal quel gran paragnosta di un Generale
affiancato da quell’altro paraculo di un portavoce. Ma non vi porto
rancore. Anche se quei due stronzoni hanno montato intercettazioni
farlocche, come aveva fatto Palazzi per Calciopoli, poveri gobbi di
merda, e poi mi sono dovuto violentare pur di alimentare questo vostro
schifoso mercato del corpo femminile, violentato sì, perché sono un
omosensuale, ho sempre avuto un debole solo per Antoine Rouge e non l’ho
mai potuto esprimere, adesso lo grido, anzi grido ad Antoine di tirarmi
fuori da questa latrina, e ora che ho fatto outing potremo scappare via
da questa manica di pervertiti. Ma non vi porto rancore. Ho sofferto
tanto quando ironizzavate sui metrosexual, merdaioli che non siete
altro. Ma non vi porto rancore. Perché siete condannati a una vita
nella quale il cervello sarà sempre e solo collegato a una logica
idraulica destinata prima o poi a non funzionare più, e quel giorno non
vi resterà che pigliarlo nelle mele da chi è ancora idraulico
funzionante. Ma non vi porto rancore. Perché la mia anima da grande
governatore, baciata da una visione illuminata va oltre a questo
meritricio di popolo meschino, anzi, va oltre a questa prigionia che
non mi scalfisce, e prima ancora che Antoine Rouge venga a prendermi con
il sidecar vi dimostro la mia infinita grandezza, generosità e mancanza
assoluta di astio regalandovi la vostra droga preferita, l’ultima
arrivata che vi mostro nella foto di copertina, un mio regalo d’addio
per un popolo ingrato che proprio per quella fiha mi ha venduto. Mentre
mesto e omosensuale immalinconito dalla solitudine, nella seconda foto
vi mostro la triste realtà della parte più buia, umida e mal frequentata
della mia cella, tra quei sorci dove mi rifnisco dalle seghe aspettando
Antoine Rouge.