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domenica 7 giugno 2020

Sulla strada



Chissà perché mi sono convinto, e questo già prima di scoprire che certi pendii dell’Etna sono votati alla viticoltura, che se da bambino e ragazzo avessi studiato e basta, le cose che mi dicevano di studiare e basta, probabilmente non avrei combinato una sega. Oggi che ci beviamo più bufale che Nerello Mascalese l'unica cosa che non mi ha migliorato è stato il lockdown. Magari è per questo che non capisco come mai il Brescia licenzia Balotelli perché resta a casa quando ci eravamo detti d’incentivare lo smart working. Mentre non c’è ombra di dubbio che proprio un’ombra può far venire più di qualche dubbio. Buone intanto le ciliegie di Lari a dimostrazione che non c’è solo Vignola, per di più gobbo. Una cosa però la devo dire a proposito dello studio, su qualche libro avrei potuto leggere chi cazzo è quello che usa le fave per prendere i piccioni, e forse sarei riuscito anche a scrivere degnamente il motto della mia casata. Così qualche limite lo percepisco, come per esempio il fatto che non mi sembrano mai delle cazzate prima di scriverle. Poi ci sono cose che impari solo sulla strada, non ho gli addominali ma ho saputo da uno di via dell’Orto che ha fatto il Classico che esistono. Ho saputo che tra i due litiganti il terzo è l’avvocato, e soprattutto che nelle biblioteche non ci sono problemi di assembramento. Magari non comprendo proprio tutto di quello di cui parlate, spero almeno che per focolaio in spiaggia s’intenda quello intorno al quale si suona e si passano le serate, e non una nuova impennata del contagio. Certo non come il Bambi che si è fermato alla terza media solo perché era finito il fusto.

NB per Stefano: a Capalbio sempre la prima di settembre

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