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lunedì 29 giugno 2020

Con la barba e la cuffia


Ormai è chiaro che per vincere non ci resta che lasciar perdere. Peggio della sconfitta c’è stato solo lo schianto dello stinco del Bambi sulla transenna, il rumore metallico l’ha poi aggravato perché in molti si sono voltati, ma ha fatto finta di niente, non ha voluto dare la soddisfazione all’arbitro di vederlo soffrire. Sono fiero perché gli ho sempre detto che è così elegante e raffinata la tolleranza. Non voglio più tornare sull’argomento arbitri, ho sognato che mi presentavo davanti a Gesù a nome del popolo Viola chiedendo il motivo per cui siamo sempre così vessati, allora lui mi rispondeva “ma chi cazzo ti credi di essere per elevarti a portavoce del tifo?” Poi mi schiaffeggiava la testa pelata. Dopo la parabola di Gesù non offendo più la mamma degli arbitri, l’ho sostituita con la mamma di quelli che passano con il motorino smarmittato nelle stradine strette. Non più cori contro la Federazione, ma solo “Afa e mascherina il collasso si avvicina”. E non so nemmeno se siamo più intristiti noi tifosi Viola o i virologi ultimamente. Ma io che vado in piscina posso dire almeno che non si vive di solo mare. E che per via della moda tutti gli uomini con la barba e la cuffia mi sembrano tanti Nanni Moretti.

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