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venerdì 22 novembre 2019

I consapevoli del fontanello


Tanta inconsapevolezza e poi un brusco risveglio. Sono cresciuto con la convinzione che gli elefanti potessero dondolarsi sopra il filo di una ragnatela, poi è arrivata la squadra da Champions a lottare per la retrocessione. I primi segnali di passaggio dal sonno profondo dell’incoscienza alla veglia erano già arrivati quando Simeone sbagliava i gol a porta vuota da due metri. Mentre le nuove generazioni hanno molta più consapevolezza di noi che nell’arte non abbiamo ancora superato la sindrome del figurativo. Giovani più consapevoli non solo nei confronti dell’ambiente, io quest’anno ho fatto il vaccino antinfluenzale per la prima volta entrando ufficialmente nella categoria anziani, mentre in piazza Tasso dietro al fontanello ho visto due ragazzi che si vaccinavano da soli. Sono avanti, anche se riguardo al fontanello, di fatto dietro. La storia della sopravvalutazione di certi giocatori è la stessa cosa che succede quando una dice di amarci perché ci vede meglio di quello che siamo, altrimenti non ci amerebbe. Parlando d’arte anche il fumetto lo è, forse più rassicurante perché diretto, comprensibile, che non si nasconde dietro al torbido mondo dell’interpretazione. E poi forse solo su Selezione dal Reader’s Digest è stato scritto che chi si esprime facendo arte informale non abbia le capacità tecniche di dipingere perfettamente un viso oppure delle mani. Passare dal figurativo all’astratto per molti è stata più l’esigenza di voler rompere con i luoghi comuni di quell’arte per passare all’espressività del gesto spontaneo. Cominciare dal segno e poi dare loro un senso e non viceversa. Come le ali che diventano terzini. Come Pirlo che diventa regista arretrato. Insomma, non sono d’accordo con chi considera che l’essere crocifissi equivalga all’ascolto della musica trap dei nostri tempi. Intanto immagino i piccoli tifosi Viola che nell’era Ribery per emulare Frank si presentano al campetto con la maglia numero 7 e con i segni del cuscino al posto delle cicatrici. Da un’attenta analisi (fortunatamente non effettuata dal nostro comparto tecnico) risultiamo una tifoseria che può contenere tracce di sogni infranti. E forse non abbiamo costruito solo castelli in aria, ma in quei castelli ci abbiamo pure steso i panni. Così oggi su un lenzuolo possiamo scrivere “Buon compleanno Scarlett”.

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