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giovedì 21 novembre 2019

Bladerunnerizzato


Ieri per sfogarmi con tutti quelli che mi stanno sulle palle ho simulato una reazione che nella realtà non ho ancora messo in atto; ho gridato “siete tutti morti per me”, e per non passare da bischero l’ho gridato, da solo, nel cimitero di Trespiano. Ma c’è anche una cosa bella in questo periodo, una cosa che non ha subito condizionamenti dalla batosta di Cagliari, dalla sosta per la Nazionale, e che non li subirà neanche se Vlahovic sarà escluso a Verona dalla formazione titolare. Sono le persone che incroci per strada e che sanno di mandarini. Ieri cercando il passaporto ho trovato una vecchia lettera che Tommaso aveva scritto a Babbo Natale, e che io non avevo mai inviato perché conteneva così tanti giochi che alla fine decisi d’imboscarla. Un gesto ispirato dal modo di operare di Cognigni. Lato condizionamento climatico, invece, ero talmente abituato alla pioggia, così bladerunnerizzato, che il sole improvviso e inaspettato mi ha creato disagio, allora mi sono andato a rileggere della pioggia sulle tamerici salmastre ed arse. Di quella sui volti silvani. Quando poi sento parlare dei poteri forti penso che hanno sbagliato e volevano dire portieri forti. Perché il tifoso ha sempre la testa lì, e spesso fa anche valutazioni sulla carriera dei giocatori, poi magari quel giocatore non arriva esattamente dove aveva previsto, cosa che succede anche quando si avventura in terreni ancora più sconosciuti del calcio e comincia a criticare le opere degli artisti contemporanei, magari contestualmente contribuendo a far diventare famosi Gerry Calà e Boldi. Comunque cosa può esserci di meglio dei pesci rossi di Matisse per dare colore a un campionato grigio?

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