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venerdì 12 luglio 2019

Altro che Hopper e peperoni


Affumicato e tenace, lo definirei così questo primo squarcio di tavolozza americana. Col profumo dinamico delle perplessità e i colori di Hopper. Poi con De Paul e Lirola in volo verso un’altra storia, il profumo vira decisamente verso quello irresistibile della manovra avvolgente che il concentrato di pomodoro imbastisce con olio e aglio per esaltare i peperoni. Due fasi per ora. Un po’ come finire da prima intrappolato in mezzo a una comitiva di turisti orientali che serrano le fila per seguire compatti la guida con la bandierina alzata, e poi svincolato a fatica, sbucare proprio davanti al Pollini in Sant’Ambrogio. Intanto per non saper né leggere né scrivere sono entrato in Santo Spirito e ho acceso una candela al santo protettore dei menischi e dei legamenti. Ho sempre creduto nella prevenzione. Non a caso la Rita sostiene che sono prevenuto. Ma anche chi va al Genk lo fa per prevenire la panchina. E forse ce la fa anche. Il Bambi è molto più pratico, pochi fronzoli e immagini del cazzo, così dopo aver sentito che l’obiettivo è prima vendere e poi comprare, mentre l’ambizione è quella di fare meglio dello scorso anno, altro che Hopper e peperoni, per lui la prima fase è stata quella di finire l’acqua del pesce rosso, e la seconda quella delle brocche coi cetrioli. La terza fase per lui rimane quella di verniciare di colore diverso le bici dei colleghi in pausa pranzo. Io per andare d’accordo con tutti mi sono fatto fare una felpa con davanti i peperoni e dietro la brocca dell’acqua con dentro i cetrioli. E poi a prescindere dalle fasi, noi uomini abbiamo il vantaggio di non avere le chat delle mamme della scuola. E a prescindere dalle fasi e dai sessi, basterebbe che tutto questo astio fosse sangria. E’ proprio grazie al potere ammorbidente dell’alcol che si sono resi possibili certi approcci, così come ironiche e non violente certe reazioni. Mi riferisco a quando ho conosciuto la Beatrice dalle poppe grosse al bar di Mimmo in via Romana, ero davanti a lei e c’era un po’ di gente al banco, avevamo già bevuto entrambi, così dopo la quarta strusciata con il gomito sulla poppa mi disse che lei la considerava masturbazione.

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