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domenica 28 aprile 2019

Vincere durante Montalbano


Per non concedere altri alibi alla squadra la porta da chiudere non è quella di Lafont, ma quella alle spalle. Pioli ormai non c’è più. Si stupiscono perché a Trieste gli atleti africani non potranno partecipare alla maratona, e nessuno dice niente che a Firenze è un anno che giochiamo senza centravanti. Mentre tra le sparizioni misteriose della storia, ai dinosauri e alle navi nel triangolo delle Bermude, oggi si aggiungono le responsabilità dei giocatori Viola, quelle di Corvino e della società. L’eventuale mancata vittoria di domani potrebbe essere superata riuscendo a non rimanere più delusi dalle delusioni. Questa si che sarebbe una vittoria. E anche oggi quindi, che donne mitologiche siano. Per onorare gli allenatori leggenda e per combattere l’Adani che è in noi. Il Bambi non è rammaricato solo per le occasioni sprecate da questa Fiorentina, non appena sente l’accento bolognese non resiste e fa presente che i tortellini con la panna sono una delle cose più buone al mondo per essere sprecati nel brodo. L’astinenza da vittoria ci porterà all’estinzione, non i cambiamenti climatici. Era appena uscito un disco di Concato l’ultima volta che abbiamo vinto. Poi il gol in contropiede al 95° quando l’avversario non ha più tempo di rimontare, Simeone che sembra Van Basten, insomma è lunedì e il momento giusto sta suonando alla porta da 5 minuti, ma io ho le cuffie per non perdere una parola di Montalbano mentre passano i primi motorini smarmittati della stagione. Come quando la Beatrice dalle poppe grosse scese dalla moto e andò a prendermi il gelato, avere il pensiero a quei due seni duri ancora piantati nella schiena, e provare a leccarlo con il casco indossato senza aver tirato su nemmeno la visiera.

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