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mercoledì 8 novembre 2017

Io non mi cambierei


Così come per la mancanza di erezione, quando sarò ricco e affermato, per compensare l’impotenza che prova un tifoso Viola di fronte alla classifica media della sua storia, dovrò comprare un SUV da 95.000 € ogni due anni. A mia discolpa posso dire però che non me ne importa niente se vinciamo poco, godo già troppo così ad essere tifoso Viola. Vincere sarebbe una vergognosa imparzialità del destino nei confronti degli altri umani. Già c’è l’Oltrarno e il lampredotto. E per questo agli altri, quelli che vincono molto per intendersi, gli fumano i coglioni e anche le passere. Si viene a sapere solo oggi che lo sciopero del tifo di domenica, in quei 5 minuti di silenzio vietasse qualsiasi manifestazione vocale anche al di fuori dello stretto ambito in cui la protesta era maturata, nessun coro quindi, nemmeno viva la fica. Vi dico la verità, il paradiso me lo immagino con cross radenti di Biraghi, e io che più mangio panini col lampredotto e più mi si definiscono gli addominali. Mi scuserete poi se durante le vostre lezioni di tattica guardavo fuori dalla finestra. Intanto Di Maio ha ricalcato lo schema Della Valle e non si è presentato, i rappresentanti del PD in curva Fiesole hanno subito chiesto chiarezza. Certo anch’io mi dispero se non gioca Hagi, però mai troppo a lungo. Diciamo che alla fine di questo editoriale, sommato anche a tutti gli altri epiloghi più in generale, stadio che si svuota, Cognigni che tromba più di Simeone, il nuovo asfalto architettonico di piazza de’ Nerli, io non mi cambierei. Al massimo mi limerei.

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