presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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giovedì 20 settembre 2012
Un po' parco un po' porco
Per
farlo crescere bisogna innaffiarlo, “inna..” e non “anna..” perché per
renderlo più visibile possibile deve essere bello ritto come una pinna,
si, il sogno va irrigato giornalmente attraverso il lavoro sul campo o
sull’orto a seconda della sua lunghezza, e poi concimato con i
risultati, cominciando a dargli forma già da sabato vincendo a Parma.
Per farlo crescere bisogna annaffiarlo, “anna..” e non “inna..” perché a
forza di farlo crescere esce fuori la panna, un sogno quindi da montare
e da servire con i cialdoni martedì sera a quelli gobbi cialtroni.
Sognare è l’arte per eccellenza dei tifosi, niente di più facile quindi
che usare l’entusiasmo come decespugliatore per togliere le erbacce che
fino ad oggi lo avevano soffocato, liberare il nostro giardino significa
farlo nuovamente frequentare, trasformandolo speriamo, in giardino e
nuovo miracololo all’italiana, senza più bubare ma con il terzo Boboli
nel cuore, e se parlando di Juve ci viene in mente il topo di fogna, per
disegnare il sogno, anche a voler star bassi bassi come una siepe di
bosso, ci vuole l’arte topiaria. Intanto Edwuard mani di forbice
Montella, ha disegnato una manovra fatta con le pareti potate di un
labirinto di siepi, dove gli avversari si perdono per ritrovarsi solo
più tardi negli spogliatoi, disorientati e con zero punti in classifica.
Giardinieri geometri che piantano i bulbi della manovra seguendo
precisi schemi, si dice che tra le innovazioni di Montella ci sia anche
una sorta di rasatura speciale del prato che riprende un po’ le tecniche
dei cerchi sul grano, in questo caso la maestria del taglio permette di
disegnare delle frecce come fa Adriano Baconi alla Domenica Sportiva,
in modo che i giocatori possano giocarci sopra a memoria, si dice anche
che Vargas si fosse trovato a disagio proprio per questo tipo di
segnaletica, e la storia dell’incidente con il cugino senza patente ne è
una diretta conseguenza, visto come hanno scambiato un cartello di
Piazza Pier Vettori per l’indicazione baconiana di Montella di ribaltare
la manovra. Si, è vero che lo staff di Montella è composto da una
miriade di giardinieri che potrebbero gestire un parco giardino di
600.000 metri quadrati, altro che un parco giocatori, ma per la
fioritura del grande sogno ci vogliono attenzioni ai particolari, una
grande varietà di schemi per colorare la manovra e regalare uno spettacolo cromatico indimenticabile fatto di gigli, fantastiche
composizioni della barriera grazie agli studi di Gianni Vio, eleganti
aiuole dalla diversa altezza, dove Pizarro spicca per essere quello più
tappezzante. E con la grande rosa di quest’anno non poteva certo mancare
la fioritura delle rose che sbocciano sul viale che porta dritto al
gol, simbolo di eleganza e bellezza sono loro che profumano il nostro
sogno. Ma in tutto questo gran rifiorire di sogni narcisi, c’è un però
che è un bel gran però, perché per rendere rigoglioso il parco giardino
dei tifosi ci vuole tanta acqua e l’acqua non sempre è disponibile,
dipende dalla stagione, e allora quel grande innovatore di un napoletano
si è inventato un qualcosa di molto più efficace del GPS, e quando
scarseggia l’acqua, come possiamo vedere bene nella seconda foto di
copertina, e a differenza dalla prima, per farlo crescere non innaffia,
usa altri metodi.