presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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sabato 1 settembre 2012
Tra ori e ot-toni
Voto
bello rotondo al mercato, diciamo pure un cul-otto rotondo come da
foto, voto riferito alla capacità dimostrata nell’aver saputo bonificare
il ristagno maleodorante sversato dal vecchio ciclo, e alla scelta
dell’alta velocità di Diego per rilanciare il nuovo progetto, che è bene
ricordarlo comprende un treno intero di giocatori i cui posti riservati
sono quelli di Viviano, Savic, Llama, Hegazy, Roncaglia, Rodriguez,
Tomovic, Aquilani, Cuadrado, Pizarro, Borja Valero, Mati Fernandez,
Migliaccio, Hel Hamdaoui e Toni, unico appunto il nome, Italo a fronte
della prossima estinzione del giocatore italiano. E se è vero che è
stato venduto un talento purissimo come Nastasic, è vero anche che è
stato trattenuto Jovetic dagli attacchi furibondi dei potentati, sforzo
enorme che altri presidenti non hanno compiuto, e non mi sono
dimenticato di Behrami del quale non emergono rimpianti proprio perché
oggi, con questo centrocampo, è più chiaro a tutti come la percezione
del suo valore fosse stata drogata dalla pochezza di una squadra ideale
solo ad esaltarne la corsa, c’è la pecca Berbatov è vero, ma più che di
responsabilità dei nostri parlerei d’imboscata bianconera, fermo
restando che Pradè & C. hanno sbagliato a valutarne le qualità
morali. C’è comunque da ringraziarlo il nostro DS, per il grandissimo
lavoro che non si è limitato certo alla sola quantità, direi al
contrario che ha messo in luce la qualità di scelte chirurgiche in grado
di trasformare una carcassa in putrefazione, in una bellissima idea di
squadra palla a terra, speriamo che le ferite dell’agguato strabico
siano curate con la forza dello spogliatoio e delle idee di un
promettentissimo Montella. La delusione per la vicenda Berbatov non può
inquinare i giudizi, perché oggi la Fiorentina è una squadra competitiva
che ha qualità anche nelle seconde linee già in grado di cambiare la
partita in corso come dimostrato nella prima di campionato. A gennaio
ci sarà stato il tempo di valutare il rendimento di El Hamdaoui e quindi
d’intervenire, d’altronde non bisogna lottare per lo scudetto, che alla
fine mi sembra il pensierino che un po’ tutti ci eravamo fatti dopo la
certezza dell’acquisto di Berbatov, un pensiero che ci era piaciuto da
matti farlo accomodare nella sala d’aspetto dei sogni, un’asticella
alzata sulle aspettative, che a confronto quella alzata da Montolivo è
esercizio da percorso d’agility dog, e che si è trasformato in un crollo
del desiderio dopo essersi ritrovati a lucidare gli ot-toni sul ponte
di un giocatore di mezza età. Equilibrio cercasi. Ha contorni dalle
radici profonde la divisione in città, giudizi opposti come le sponde
dell’Arno, senza più un ponte per venirsi incontro dopo il bombardamento
dall’aereo di Berbatov, contenti e delusi che si guardano come marziani
dalle spallette, tra canottieri e chi invece indossa il frac per
rappresentare al meglio l’eleganza di una manovra palla a terra, che
prevede un possesso palla che alla fine rimarrà l’unica traccia con
percentuali di maggioranza bulgara in città, tema quello della divisione
che affronto volentieri con l’aiuto della seconda foto di copertina,
mostrando come in una campagna acquisti di questo livello si possa
spaccare in quattro non solo un capello, oltre naturalmente a rilanciare
l’eterna contrapposizione tra l’ottimismo e il pessimismo ben
rappresentata dal bichiere che uno potrà vedere mezzo pieno o mezzo
vuoto.