Perfetta
fino alla trequarti e comunque superiore a una Juve che non costruisce
una sola palla gol, traversa-sfortuna e ancora uso dell’acrilico per
vestire la manovra d’incisività, con Jovetic che se non apre il
magazzino della seta niente scivola oltre la linea del portiere. Una
squadra bellissima da vedere, che gioca un calcio di qualità e che fino
ad oggi l’ha vista sempre superiore al proprio avversario, raccattando
molto meno di quello che avrebbe meritato, ma che lascia intravedere un
campionato di altissima qualità. Impressionante la linea difensiva,
precisa e potente, con la miracolosa registrazione dei movimenti e degli
anticipi, sontuosa in Gonzalo, micidiale in Roncaglia che aggiunge
incursioni da motoscafo in avanti con sempre più frequenza, Tomovic
sorpresa. In mezzo al campo è scuola calcio, è gioco che in Italia non
usa, un po’ come il bacon a colazione, e con Baconi che impazza a
mostrare tutte le frecce all’arco di Borja Valero e Pizarro, milioni di
milioni sono i palloni come le stelle di Negroni, “vuol dire qualità”
come recitava il famoso spot del salamino, e che figura di salame fanno
fare anche al vecchio Pirlo fatto a fette e poi sostituito. In pochi
mesi Montella è riuscito a regalare al campionato la squadra che gioca
meglio, lucida, attenta, che fa un delizioso possesso palla e che
entusiasma per qualità della manovra, adesso la speranza è quella di
trasformare il magnifico lavoro in gol e punti, che ad oggi siamo già a
recriminare nell’ordine dei quattro sugli otto messi in classifica,
oltre a JoJo la speranza passa obbligatoriamente da quelli di El
Hamdaoui, per regalare all’architettura della manovra un uomo che ne
sappia valorizzare le linee del progetto di gioco, con Ljajic che vede
poco la porta e con i centrocampisti che non tirano mai. Se riusciamo a
trasformare la superiorità in pericolosità là davanti allora la
Fiorentina diventa una mina vagante in un campionato che sembra
attendere proprio chi lo possa sorprendere sofferente com’è di una
mediocrità generale con l’aggravante del crollo delle milanesi. Alla
grande soddisfazione nel vedere la squadra superiore anche allo
schiacciasassi Juve, si aggiunge quindi anche il rammarico per i punti
lasciati per strada, se si pensa però che il gruppo è insieme da così
poco tempo, al rammarico allora sostituisco volentieri la speranza che
possa ancora crescere e attraverso il gioco produrre almeno gli
inserimenti dei centrocampisti per arrivare fino a gennaio ancora nel
gruppone, e poi inserire il bomber che farebbe lievitare le nostra
azioni come gli utili del gruppo Tod’s. Ringraziamo quindi Delio Rossi e
Montolivo per aver reso tutto questo possibile, il primo proclamandosi
ideatore di rivoluzioni ma non di gioco, il secondo, rivelandosi
rivoluzionario ideatore di un non gioco, e che grazie a lui vede oggi il
centrocampo del Milan spumeggiante di Asticelle Cinzano che forse
Nocerino vorrebbe mettergli al posto della passata. Bene Pasqual, mentre
Romulo non riesco ancora a inquadrarlo, forse perché disturbato da
un estetica della corsa che non riconosco familiare, ma adesso è tempo
solo di El Hamdaoui, inserimento non più rimandabile, per mettere fine
al Ramadan sotto porta, ci siamo innamorati di questa Fiorentina come
del resto anche tutti gli osservatori che seguono il campionato
italiano, adesso manca solo la concretezza sotto porta, quella che nel
calcio è un magico equilibrio che poi porta attraverso la manovra un
giocatore a tirare in porta, e che riassunta nel linguaggio popolare
della città, porta nel nostro quotidiano vivere in piazza del Tiratoio
attraverso la Porta San Frediano, da una parte il sapore è quello del
gol, dall’altra è quello del lampredotto. E insieme fanno la felicità.