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lunedì 17 settembre 2012

Geometrie di pizzi e Pizarro

Aspettando Aquilani non mi sembra un Pizzardo pensare alla qualificazione Champion come obiettivo reale di questa Fiorentina tutta geometrie di pizzi e Pizarro, calze Ragno e ragnatele con le quali adescare gioco, una squadra che mette in vetrina la nuda e strabordante qualità del suo centrocampo, in maniera così sfacciata come solo le signorine ad Amsterdam sanno fare, e se non è questo il miglior reparto del campionato ci siamo almeno molto vicini, come lo è Utrecht alla capitale dei Paesi Bassi. Pizarro e Roncaglia si dimostrano acquisti a km zero di quelli da presidio Slow Food, per intendersi, quei giocatori che mirano al recupero dei sapori perduti, come sembrano recuperare alla memoria le gesta di Pecci e Repka, e a proposito dei Paesi Bassi, il cileno mostra proprio un calcio che pare uscito dal paese dei bassi e delle meraviglie, disegnando un reparto da favola anche senza più le prestazioni di Alice con la sua passata. Mi è piaciuto anche il Catania e per questo la considero una vittoria non così semplice come potrebbe apparire, sbloccata solo grazie all’apriscatola di Jovetic che si fionda in testa alla classifica marcatori, come Marotta in farmacia a prendere il Maalox ogni volta che un gol del montenegrino gli fa tornare in gola il no dei Della Valle. Una difesa completamente nuova ma che sembra giocare insieme da sempre, con l’inserimento all’ultimo tuffo di Tomovic, che è risultato naturale come il tuffo della brioche nel cappuccino, e i cambi sono Savic, Camporese, Cassani e Ljama, così che Nastasic è diventato un ricordo quasi sbiadito. Intanto Cuadrado ha barattato un’appendicite con un polmone ritrovandosene tre, eccessi come quello di voler emulare troppo spesso Messi, Pasqual puntuale alla raccolta dei lanci vendemmiati da Pizarro, spingendo con una una continuità che va a braccetto con la crescita continua della squadra, dalla condizione fisica alla gestione del vantaggio, dalla costruzione della manovra alla concentrazione sempre alta per tutti i novanta minuti, un bravo quindi a Montella e al suo staff, allenatore capace anche in corsa e che spero possa con El Hamdaoui dare alla squadra il centravanti di cui sente la malinconia, come si è visto con l’ingresso di Toni, che a proposito di malinconie, qualcuno ne sarà stato sicuramente assalito dopo quel roteare intorno all’orecchio. Quella che manca adesso è la vittoria in trasferta in modo da presentare ufficialmente la candidatura tra le grandi del campionato, e io mi toglierei subito il peso già sabato contro il Parma, per gettare via la maschera senza tanti indugi, considerate anche le alternative di qualità di cui Montella può disporre, e soprattutto senza più il Novara che con la sua partecipazione nella massima serie giustificava anche la presenza del suo giustiziere con la passata, che intanto però passava il resto del suo campionato a scrivere il libro per difendersi dalle infamanti accuse di un presunto comportamento fallace, e guardando proprio alla Fallaci ha annunciato insieme ai suoi procuratori la prossima uscita di “ lettura di un’intervista mai nata” .