Aspettando
Aquilani non mi sembra un Pizzardo pensare alla qualificazione Champion
come obiettivo reale di questa Fiorentina tutta geometrie di pizzi e
Pizarro, calze Ragno e ragnatele con le quali adescare gioco, una
squadra che mette in vetrina la nuda e strabordante qualità del suo
centrocampo, in maniera così sfacciata come solo le signorine ad
Amsterdam sanno fare, e se non è questo il miglior reparto del
campionato ci siamo almeno molto vicini, come lo è Utrecht alla capitale
dei Paesi Bassi. Pizarro e Roncaglia si dimostrano acquisti a km zero
di quelli da presidio Slow Food, per intendersi, quei giocatori che
mirano al recupero dei sapori perduti, come sembrano recuperare alla
memoria le gesta di Pecci e Repka, e a proposito dei Paesi Bassi, il
cileno mostra proprio un calcio che pare uscito dal paese dei bassi e
delle meraviglie, disegnando un reparto da favola anche senza più le
prestazioni di Alice con la sua passata. Mi è piaciuto anche il Catania e
per questo la considero una vittoria non così semplice come potrebbe
apparire, sbloccata solo grazie all’apriscatola di Jovetic che si fionda
in testa alla classifica marcatori, come Marotta in farmacia a prendere
il Maalox ogni volta che un gol del montenegrino gli fa tornare in gola
il no dei Della Valle. Una difesa completamente nuova ma che sembra
giocare insieme da sempre, con l’inserimento all’ultimo tuffo di
Tomovic, che è risultato naturale come il tuffo della brioche nel
cappuccino, e i cambi sono Savic, Camporese, Cassani e Ljama, così che
Nastasic è diventato un ricordo quasi sbiadito. Intanto Cuadrado ha
barattato un’appendicite con un polmone ritrovandosene tre, eccessi come
quello di voler emulare troppo spesso Messi, Pasqual puntuale alla
raccolta dei lanci vendemmiati da Pizarro, spingendo con una una
continuità che va a braccetto con la crescita continua della squadra,
dalla condizione fisica alla gestione del vantaggio, dalla costruzione
della manovra alla concentrazione sempre alta per tutti i novanta
minuti, un bravo quindi a Montella e al suo staff, allenatore capace
anche in corsa e che spero possa con El Hamdaoui dare alla squadra il
centravanti di cui sente la malinconia, come si è visto con l’ingresso di
Toni, che a proposito di malinconie, qualcuno ne sarà stato sicuramente
assalito dopo quel roteare intorno all’orecchio. Quella che manca adesso
è la vittoria in trasferta in modo da presentare ufficialmente la
candidatura tra le grandi del campionato, e io mi toglierei subito il peso
già sabato contro il Parma, per gettare via la maschera senza tanti
indugi, considerate anche le alternative di qualità di cui Montella può
disporre, e soprattutto senza più il Novara che con la sua
partecipazione nella massima serie giustificava anche la presenza del
suo giustiziere con la passata, che intanto però passava il resto del
suo campionato a scrivere il libro per difendersi dalle infamanti accuse
di un presunto comportamento fallace, e guardando proprio alla Fallaci
ha annunciato insieme ai suoi procuratori la prossima uscita di “
lettura di un’intervista mai nata” .