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domenica 16 settembre 2012

Dal nudo al nodo

La nuda passione ritrova oggi finalmente le sue coordinate, con due O come la Coop, una passione che ha gli stessi numeri della grande distribuzione, scaffali pieni di emozioni da riempirci il carrello e lo stadio. “Nudi alla meta” di una partita tanto attesa e disturbata dalle auto in sosta davanti al passo carrabile della sosta per la Nazionale, fastidiosa interruzione come lo è uno sciopero dei mezzi pubblici, che intasano la circolazione dell’adrenalina che scorre veloce solo dentro a una partita, sostituendola con parole e parole in un’interminabile coda di seghe mentali, ingorghi di discorsi nel tentativo vano di riempire il vuoto della nuda passione. Nuda e bella che non ha bisogno di photoshop, generosa come può esserlo solo una scollatura, ma che deve fare attenzione a passare davanti al reparto dei surgelati dove ti si ghiaccia il sangue quando a gonfiarsi è la rete sbagliata, quando nella lista della spesa ti sei dimenticato il pesce fresco per l’apporto di fosforo necessario alla fase difensiva, quello che serve all’applicazione degli schemi, e a prestare la giusta attenzione per evitare i pericolosissimi inserimenti centrali, ma più grave di tutto è quando non hai segnato di dover segnare e la squadra non se lo ricorda. A occhio e croce potremo usare la cassa veloce per sbrigare rapidamente la pratica di una vittoria, e che poi stiamo pensando d’inserire in maniera permanente nella nostra dieta, cassa veloce per far prima a portare a casa la partita e cucinare così tutte le emozioni che ci sono rimaste attaccate addosso, senza farle attaccare al fondo di quella padella scaldata sul fuoco alto della nuda passione. Perché alla fine, in fondo in fondo a una pentola dal doppio fondo, la nuda passione non può cuocere veramente nuda come mamma l’ha fatta, o addirittura disinibita come la vorremmo noi, ci sono sempre delle bende che coprono le ferite delle assenze forzate come quelle di El Hamdaoui e Aquilani, ci sono i condizionamenti psicologici e fisici di un Toni che potrebbe fare la fine dei polli cotti sui mattoni, dado di Cuadrado o Cassani in casseruola, uova Pasqual o panettoni che non sempre vengono mangiati, oppure la carne tagliata a coltello con Ljama affilata, la torta di semolino che va di traverso a Romulo, o Migliaccio che gli va direttamente in culo. Ma se c’è una cosa che veramente da fastidio alla nuda passione, coprendola di preoccupazioni fino a trasformarla nella seconda foto di copertina, quella cosa è il nodo scorsoio del risultato che influenza i giudizi, una cravatta che ingessa le fratture dell’umore dopo le cadute rovinose, il risultato è un abito che non fa il monaco, uomo di fede e generosità che intanto ha prestato la sua cella a Montolivo e alla sua asticella, rinchiuso nell’intimità del suo nuovo progetto ad arricchire lo spirito e l’ambizione con un’altra sconfitta a parametro zero, mentre noi dovremmo essere capaci, così come il monaco, a mantenere la serenità anche in regime di castità da risultato in bianco come un pareggio o peggio ancora, sì, insomma, quando quella troia della nuda passione ci tradisce con una sconfitta.