Dopo
che Jovetic ha ritrovato la parola, e in attesa che Montolivo ritrovi
il posto in squadra perso per colpa di un infortunio bastardo, grazie al
quale però il Milan nel frattempo ha trovato il modo di velocizzare la
manovra, dalle parole del nostro top player abbiamo capito quanto fosse
stato vicino l’addio, e che solo grazie all’intervento di un incallito
smobilitatore, per non dire incallisto, Jovetic sia diventato alla fine
il famoso e tanto strombazzato stop player della Juve. Come tanto
strombazzato era stato l’allarme pontellizzazione sul quale i più
lungimiranti non avevano certo lesinato gli investimenti in materia
d’infamate, alla faccia del fair play confusionario, e alla faccia del
voltafaccia che questo investimento andato a puttana ha costretti loro a rottamare le proprie teorie prendendo dei bei caccaincentivi in
faccia. L’intervista di JoJo rivela infatti come i Della Valle abbiano
tenuto botta davanti alle offerte concrete dei club più decisi a
portarsi a casa il giocatore, attacchi concreti e perpetrati fino alle
ultime ore di mercato, trattenendolo con orgoglio e sacrificio, anche se
adesso si pone una altro grande tema, ma che fine hanno fatto i teorici
della smobilitazione, e che fine ha fatto la pontellizzazione, cosa si
dirà adesso dopo che si era ripresentata la stessa occasione di vendere
il meglio fico del bigoncio, come del resto era già successo con Toni e
Mutu, quando ancora però non c’era stato alcun sentore di dismissione e
la società si comportava esattamente come oggi. Strani percorsi della
logica, che alla fine sono difficili da rintracciare un po’ come la
refurtiva che fa capo a un ricettatore, teorie senza capo e ne coda, che
continueranno a vivere nascoste fino a quando non troveranno un altro
proprietario che le farà sue, magari fava come quello di prima. Ma
questa storia ha però anche un meraviglioso retrogusto, che va anche oltre al
fatto che i Della Valle abbiano resistito ad offerte importantissime in un
calcio italiano che regredisce dimostrandosi incapace di trattenere
persino un Verratti, perché la degustazione della vicenda ci permette di
godere ancora delle prestazioni di un giocatore ambito dai più grandi
club europei, ci conferma la solidità e l’interesse ancora vivo della
proprietà nei confronti della squadra e della città, ma soprattuto
esprime nel palato tutta la sua sapidità che assaporiamo nelle parole di
JoJo, grazie alla struttura minerale che tira fuori i tannini dal mosto
nel quale sono affogate tutte le offerte per il giocatore, e quello che
esprime meglio il suo gusto pieno e maturo è derivato dalla vendemmia
dei no pronunciati alla Juve, un vi-no secco di quelli pesanti come una
cassoeula per chi lo riceve, durissima da smaltire, e infatti la Juve è
ricorsa alla soluzione Bendtner che però ha la stessa scarsa efficacia
che può avere la Soluzione Schoum di fronte a un rifiuto così duro da
digerire, ma che a noi ci inorgoglisce perché non coagula la teoria
della pontellizzazione alla famiglia Della Valle, al contrario la separa
proprio là dove Pontello, invece, vendendo Baggio alla Juve, di fatto
aveva abbassato i carrelli per far atterrare i propri interessi molto
lontano dalla Fiorentina. Il bello di tutta questa vicenda è in generale
il no alla cessione, impreziosito però dall’IGT di un rifiuto
dall’Indicazione Geografica Tipica piemontese, e per la circostanza la
Tod’s ha pensato a un’edizione preziosissima di una scarpa prodotta in
soli due esemplari, “da Diego al diniego”, un modello, che come ci
mostra bene la foto, Andrea ha voluto indossare proprio per rispondere
da gran signore qual’è al comportamento della Juve nella vicenda
Berbatov, e lo ha fatto comodamente seduto sulla propria solidità
econimica, e come si suole dire “la classe non è acqua”, e allora con le
stesse scarpe e un bicchiere di Verdicchio ha risposto anche alla
richiesta di Marotta di acquisire le prestazioni del calciatore Stevan
Jovetic..