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giovedì 13 settembre 2012

Come si suole dire

Dopo che Jovetic ha ritrovato la parola, e in attesa che Montolivo ritrovi il posto in squadra perso per colpa di un infortunio bastardo, grazie al quale però il Milan nel frattempo ha trovato il modo di velocizzare la manovra, dalle parole del nostro top player abbiamo capito quanto fosse stato vicino l’addio, e che solo grazie all’intervento di un incallito smobilitatore, per non dire incallisto, Jovetic sia diventato alla fine il famoso e tanto strombazzato stop player della Juve. Come tanto strombazzato era stato l’allarme pontellizzazione sul quale i più lungimiranti non avevano certo lesinato gli investimenti in materia d’infamate, alla faccia del fair play confusionario, e alla faccia del voltafaccia che questo investimento andato a puttana ha costretti loro a rottamare le proprie teorie prendendo dei bei caccaincentivi in faccia. L’intervista di JoJo rivela infatti come i Della Valle abbiano tenuto botta davanti alle offerte concrete dei club più decisi a portarsi a casa il giocatore, attacchi concreti e perpetrati fino alle ultime ore di mercato, trattenendolo con orgoglio e sacrificio, anche se adesso si pone una altro grande tema, ma che fine hanno fatto i teorici della smobilitazione, e che fine ha fatto la pontellizzazione, cosa si dirà adesso dopo che si era ripresentata la stessa occasione di vendere il meglio fico del bigoncio, come del resto era già successo con Toni e Mutu, quando ancora però non c’era stato alcun sentore di dismissione e la società si comportava esattamente come oggi. Strani percorsi della logica, che alla fine sono difficili da rintracciare un po’ come la refurtiva che fa capo a un ricettatore, teorie senza capo e ne coda, che continueranno a vivere nascoste fino a quando non troveranno un altro proprietario che le farà sue, magari fava come quello di prima. Ma questa storia ha però anche un meraviglioso retrogusto, che va anche oltre al fatto che i Della Valle abbiano resistito ad offerte importantissime in un calcio italiano che regredisce dimostrandosi incapace di trattenere persino un Verratti, perché la degustazione della vicenda ci permette di godere ancora delle prestazioni di un giocatore ambito dai più grandi club europei, ci conferma la solidità e l’interesse ancora vivo della proprietà nei confronti della squadra e della città, ma soprattuto esprime nel palato tutta la sua sapidità che assaporiamo nelle parole di JoJo, grazie alla struttura minerale che tira fuori i tannini dal mosto nel quale sono affogate tutte le offerte per il giocatore, e quello che esprime meglio il suo gusto pieno e maturo è derivato dalla vendemmia dei no pronunciati alla Juve, un vi-no secco di quelli pesanti come una cassoeula per chi lo riceve, durissima da smaltire, e infatti la Juve è ricorsa alla soluzione Bendtner che però ha la stessa scarsa efficacia che può avere la Soluzione Schoum di fronte a un rifiuto così duro da digerire, ma che a noi ci inorgoglisce perché non coagula la teoria della pontellizzazione alla famiglia Della Valle, al contrario la separa proprio là dove Pontello, invece, vendendo Baggio alla Juve, di fatto aveva abbassato i carrelli per far atterrare i propri interessi molto lontano dalla Fiorentina. Il bello di tutta questa vicenda è in generale il no alla cessione, impreziosito però dall’IGT di un rifiuto dall’Indicazione Geografica Tipica piemontese, e per la circostanza la Tod’s ha pensato a un’edizione preziosissima di una scarpa prodotta in soli due esemplari, “da Diego al diniego”, un modello, che come ci mostra bene la foto, Andrea ha voluto indossare proprio per rispondere da gran signore qual’è al comportamento della Juve nella vicenda Berbatov, e lo ha fatto comodamente seduto sulla propria solidità econimica, e come si suole dire “la classe non è acqua”, e allora con le stesse scarpe e un bicchiere di Verdicchio ha risposto anche alla richiesta di Marotta di acquisire le prestazioni del calciatore Stevan Jovetic..