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domenica 9 settembre 2012

Buon sangue non abbonamente

Sono trascorsi tanti discorsi buttati lì senza neanche accenni di rimorsi, e dipinti scenari che non sono mai andati in scena, e tutto solo per giustificare una presunta situazione oscena. Oggi parliamo di tifoseria, cuore pulsante della passione che a Firenze si era spenta quando Prandelli aveva schiacciato il pulsante, o meglio ancora  il campanello di casa Bettega poco prima di andarsene. E subito era calata la ruggine, come la guazza ma dal colore delle uova di muggine, da Bettega alla bottarga il passo era stato breve, svuotando di fatto la bottega e il botteghino. Dapprima fu il razzismo di Mihailovic a scremare la meglio gioventù dallo stadio, che inorridita se ne andò facendo il conto di non poter resistere più a un tale affronto, e in mezzo sempre loro, i Della Valle marchigiani geograficamente recidivi, ma così tanto che per ribadire di esserlo, e con l’arroganza tipica di crede di avere un’origine ganza, hanno messo nel CDA pure Giani come gran finale ai loro tanti marchi. Pontellizzatori, smembratori, smantellatori e smobilizzatori di squadre che non sono altro, ma c’è anche dell’altro, perché nelle loro mille attività di demolizione tutto parte da Casette d’Ete, cittadina tirata su proprio dopo lo smantellamento delle casette d’eternet dove un tempo facevano le scarpe. Insomma, prima il riserbo per il serbo, poi la pontellizzazione e poi è subentrato il gusto per l’estetica che noi fiorentini sentivamo girare sul giradischi fin da bambini, una musica celestiale che abbiamo nei cromusuoni, abituati come siamo ad essere circondati dalla bellezza, e allora era insopportabile una squadra che facesse così cahare, era inaccettabile che si giocasse così male, uno sgarbo alla città quello dei marchigiani, che ha allontanato i fiorentini dagli spalti, anche se molti di loro ancora oggi pensano che al Bargello si possa andare a prendere un aperitivo. Stadio, crisi economica e Sky sono invece argomenti da usare con le pinzette perché nessuno di loro contiene le parole “Della Valle” e “marchigiani”, neanche anagrammandoli. Lo svuotamento gastrico della passione, secondo l’Ente per il turismo delle Marche, che ha per l’appunto sede proprio a Cesette d’Ente, in occasione dell’apertura della sua nuova sede fiorentina che avverrà in un prossimo Vuturo, ha ideato come campagna marketing la tanto attesa rivoluzione, il rilancio, arricchendo il rancio con ingredienti di qualità, e la risposta degli esteti in verità anche un po’ asceti, sta tutta nei dati della campagna abbonamenti, siamo dietro persino a Samp, Genoa, Bologna e Udinese, e al netto dello sconto del 25% in prelazione offerto in segno di pace, dati che hanno spinto più di qualcuno a pensare che la rivoluzione adesso fosse necessaria invece sugli spalti, magari organizzando una gara con tanto di appalti, requisiti richiesti, meno scuse e frasi ad effetto solo in cambio di un po’ più di affetto. Noi in tutto ciò diamo una lettura più popolare, meno sociologia e più sorciologia, che è quella che esce dalle cantine di Borgo Tegolaio, dove si è certi che certo tifo abbia cominciato a fare il finocchio con il culo dei Della Valle, e poi come sostiene Baglioni, strada facendo, e lo si vede bene nella foto, una volta letti i dati degli abbonamenti, dimostrato soprattutto che non gli piace nemmeno la passera.