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giovedì 8 agosto 2019

Il mango



In attesa del 10, con la speranza che non venga indossato da Boateng, ho rivisto gli highlights di queste giornate a parlar di rughe a parlar di vecchie streghe. E’ stato bello pulire il cassettino del detersivo e far andare la lavatrice con l’aceto. Nei ritagli di tempo, tra una presentazione e l’altra, faccio pure decoupage. E nei momenti in cui perdo il senso di certi acquisti, ricalcolo. Così dopo il 10 confido che venga finalmente tirato fuori dal cassettino anche il progetto del ponte sullo stretto. Non voglio sperare troppo, e non penso quindi che verranno tolte le accise sulla benzina. Il Bambi aspetta insomma un piatto più appetitoso di quello che fino ad oggi considera cucinato con i piedi. Alla fine mi sono  convinto che sia maleducazione pensare a un campione, lui a noi, e non dirselo fino al 10. Poi, nel caso più negativo potremo sempre prendere esempio da chi non riuscendo ad eliminare la povertà sta provando ad eliminare i poveri. Potremo quindi eliminare il 10 dal calendario. Il Bambi ha un vecchio flipper (Card King) e ho deciso di giocare ad oltranza, fino alla fatidica scadenza. Così per non pensare seguo concentrato lo scorrere delle palline, lo sbattere, l’attivare degli interruttori su tutti i circuiti, per far esplodere suoni, luci, colori, lottando per evitare che la pallina vada in buca come Nainggolan e De Rossi. E il movimento del bacino aiuta. Dopo aver mangiato un mango dalla polpa dolcissima e il retrogusto asprigno, neanche l’ombra di un’idea chiara su cosa succederà dopo il 10. Forse Lukaku alla Juve che gira Higuain alla Roma che vende Dzeko all’Inter che poi Icardi al Napoli che cede Maradona alla Fiorentina che allora presta Montiel al Brasile che gira Pelè al Genk che cede Hagi al Real che presta James al Napoli che cede Icardi all’Inter e si riparte lanciando un’altra pallina nel flipper. E alla fine spero che il mango non mi faccia l’effetto di una Pulgar.

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