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venerdì 8 febbraio 2019

Pioli come Berlusconi


Sono convinto che chi oggi odia Pioli, è perché da piccolo ha avuto Vycpalek come amico immaginario. E odia perché quegli amici immaginari sono spariti quando si sono fidanzati per poi ripresentarsi da single. E alla fine se uno s’incazza c’ha anche un po’ di ragione. Per questo c’è chi preferisce Alessandra Amoroso al rinnovo del tecnico. E sarà per questo che il contropiede dell’Udinese su calcio d’angolo a nostro favore sarà diffuso su tutto il litorale libico per scoraggiare la traversata dei migranti. Meglio il Dopo Festival di una sua intervista dopo partita. Il Bambi teme così tanto che riproponga Pjaca accanto a Muriel, che preferisce la Vanoni da mettere accanto alla nonna al pranzo di Natale. Volete sapere qual è la mia paura? Temo che chi vuole far fuori Pioli rischia la fine di chi ha votato Bersani nel 2013 e poi si è ritrovato Letta e Renzi al Governo a raccontar cose che di fatto gli hanno peggiorato la vita. E pensare che era gente che voleva fare fuori Berlusconi. Trovare un allenatore che ci vada bene è difficile come aspettare di cogliere l’attimo in cui i visitatori di un museo sono abbinati alle opere d’arte. Adesso vado a scrivere la relazione costi-benefici sull’ingaggio di Gerson. E sempre a proposito di costi-benefici, troviamo un compromesso e facciamola ‘sta benedetta TAV. La chiudiamo per le feste? Mentre quella su Pioli è piuttosto l’analisi dei mostri e malefici. E diciamoci la verità fino in fondo, la Francia ha richiamato l’ambasciatore a Parigi perché Veretout è stato definito grasso ed Eysseric rispedito al mittente.


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