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sabato 16 dicembre 2017

E poi giù Barolo Chinato



Come prima cosa mi viene da dire Maleskin, la finale di XFactor in chiaro è come invitare a un pranzo dove stanno già mangiando il dolce. Quanto agli ipercritici professionisti ricordo che in tutte le ricette per la felicità non c’è la Fiorentina, ma la passera. Così come è sempre meglio parlare al cuore e non agli occhi, sempre però se non si mettono in mezzo le poppe. Del resto non solo il destino del tifoso Viola è spietato, lo è anche la telecamera frontale. Ieri in compenso ho comprato una cassetta di Envy da Melix, la mela super dolce nata in Nuova Zelanda, un incrocio tra Royal Gala e Braeburn, croccante, dolcissima e succosa, e anche una vittoria contro il Genoa sarà meno amara. Ma capisco la forza di carattere del Fronte Gobbo Interno che non si lascia addolcire il palato da una mela e combatte, anche quando un bambino in fila alla cassa fa la mano a pistola e spara, non finge di morire, è sempre competitivo, attiva lo scudo magico e lancia cori contro i Della Valle in direzione del moccioso. Domani in caso di vittoria e in mancanza di mele adeguate a togliere l’amaro in bocca, difficili da reperire in città, c’è sempre il vecchio ma pur sempre valido sonnifero, tipo una bottiglia di Pinot Nero come l’umore. E poi giù Barolo Chinato fino alla Domenica Sportiva. Anche se è doveroso chiarire che il tifoso rancoroso, pur sotto sedazione enogastronomica tradisce sempre un’espressione d’indignazione nei confronti di un paese che non sa formare un governo. Il Bambi è reduce da una ciaspolata con la compagna sotto la Marmolada al tramonto, tornati sono entrambi a letto con trentotto e mezzo di febbre. Lui però va oltre il delirio e mi chiede se nell’ultimo cinepanettone ci sono i canditi, se gioca Hagi, se Puigdemont è grasso come Veretout. Poi parlando di classifica, dopo aver bevuto un sorso d’acqua Plose mi ha detto che il giorno giusto per andare a riprendersi il settimo posto è stato rimandato a ieri.

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