Uno,
nessuno e centomila è l’ultimo romanzo amaro di casa Fiorentina, dove
si racconta la difficile scelta di chi indosserà la maglia numero Uno,
dove nessuno si è presentato a salutare il raduno, e dove sono centomila
quelli che compongono lo staff tecnico. E mentre Montella sembra voler
curare anche i minimi particolari, qualcuno molto presto dovrà curare
Cognigni costretto a mettere a libro paga l’esercito di terracotta del
nuovo allenatore. Evidentemente deve essere stato molto convincente
Vincenzino, molto giovane, molto ambizioso, visto come molto è anche il
suo staff, capace di fare un salto dagli allievi alla prima squadra
della Roma, roba da far impallidire anche la favola di Stramaccioni,
capace di far esplodere risentimenti e rimpianti a Catania, di
riaccendere, prima ancora di Zeman, la voglia di averlo sulla panchina
della Roma dopo averlo appena assaggiato. Piace. Piace se si pensa poi a
come una piazza come Firenze, dilaniata da due stagioni di lutto
stretto, lo abbia accolto senza neanche chiamarlo Montelli, qualcosa ci
deve essere in questo giovane allenatore, e tra l’ambizione, il
carattere, la capacità di rendere credibile il suo modo di lavorare,
Montella incarna oggi la nuova figura dell’allenatore giovane che porta
anche innovazione nelle metodologie, scaltro, capace di sostenere il
ruolo anche in sala stampa. Se da una parte il povero Cognigni ha dovuto
accettare l’assunzione dell’intera flotta napoletana, che cosa invece
avrà convinto Vincenzo a scommettere parte del suo futuro in una piazza
dove è rimasto bruciato anche un mestierante come Delio Rossi? E questo
un po’ ci rassicura, come del resto anche il fatto che non ci sia stato
nessuno a mostrare entusiasmo, quello che in tempi di crisi era già
stato tutto speso nel salutare l’arrivo del mediocre e inadeguato Rossi,
e se Montella è riuscito a tenere alla larga gli entusiasmi e i mal di
pancia di un tifo che ultimamente la sola cosa che indovina è la tasca
giusta dove trovare i fazzolettini per asciugarsi le lacrime, significa
che potrebbe essere finalmente questa la stagione dove i mal di pancia
si trasformano in entusiasmo, e il romanzo “Uno, nessuno e centomila”,
raccontare una storia diversa, quella cioè di un allenatore destinato a
diventare un numero Uno, dove come al solito nessuno ci aveva capito
una mazza, e dove un tifo da prima scettico e poi costretto a
confrontarsi con la crisi, la svalutazione e lo spread, dimostrerà il
suo entusiasmo ritrovato non più con ventimila, ma con centomila seghe
sotto i mari del pessimismo.