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sabato 28 luglio 2012

Di Tac in Di Tacchio

In questi anni di randagismo della passione, di lunghe notti all’addiaccio di un nomadismo della fede che si è spostato sempre di più verso Torino, il tifoso Viola ha cominciato a soffrire della sindrome del pensiero bianconero latente, una patologia molto seria, le cui negatività sono state subite anche dalla parte sana della città, degenerando a volte nel morbo della vecchia signora vuturista. La Bice, a differenza degli inviati impegnati a immortalare l’elicottero di Andrea, trasformando Moena in una sorta di Area 51 per l’avvistamento degli UFO, ha portato a termine un inchiesta importante sulla juventinità recondita dei tifosi Viola affetti dalla sindrome del distacco, denominata dal pool di scienziati che se n’è occupato: “dalla bottega a Bettega”. Il pessimismo cosmico, il mammabeismo cronico e l’autolesionismo della sfera sentimentale, che poi ha finito col rompere le sfere anche a tutti gli altri costretti a subire la risacca del bubare, sono i sintomi che sono stati studiati da uno staff di ricercatori, “si va in serie B”, oppure “se Cuadrado l’era bono un veniva da noi” sono gli esempi più classici del disturbo della personalità del tifoso,  che la scienza sta studiando correlandoli allo sdoppiamento della fiorentinità, una crisi epilettica di quello stesso concetto che tende alla convulsione, e quindi ad essere ribaltato con il variare dello scenario, ovvero, nel caso che Cuadrado fosse finito all’Inter, il tifoso avrebbe elaborato pensieri del tipo “ figurati se quelli boni vengono da noi”. Un fenomeno decisamente complesso, molto articolato e allo stesso tempo saturo di logica disarticolata, con la difficoltà più grande di avere a che fare con una tipologia di paziente inconsapevole di esserne affetto. Finalmente però qualcuno ha voluto affrontare gli esodati della passione senza spending review, ma addirittura investendo in ricerca come ha fatto la riblogghita, cercando da una parte di sensibilizzare i “disorientati” a prendere atto della loro realtà, e dall’altra cercando uno strumento che ne certificasse la malattia in modo da riconoscergli un invalidità permanente, concendendogli cioè un’ innovativa Daspensione dal tifo, con accompagno in questura all’inizio e alla fine del primo tempo. E la Bice, come sempre è riuscita a produrre un documento sconvolgente, prestandosi personalmente all’esperimento come faceva Mino Damato quando correva sui carboni ardenti. Adeguatamente monitorata con una macchina sperimentale, la prima Tac del pensiero, e così per una settimana ha pensato come fosse un tifoso Viola affetto dal randagismo della passione, gli sono stati consegnati tutti i post del dopo Prandelli, quelli naturalmente di stampo rancoroso, pubblicati nei siti web oppure sbobinati tra le migliaia di ore di telefonate alle radio, telefonate dove fosse stata registrata almeno un’infamata alla società, il tutto mentre la macchina registrava le negatività per poi renderle visibili attraverso la proiezione fotografica del pensiero bianconero latente. La relazione finale degli scienziati alla quale è stata allegata la foto shock della Bice ci mostra per la prima volta, come il pensiero juventino sia mimetizzato all’interno di una fede Viola purtroppo quasi del tutto compromessa. Quello che emerge insomma è ormai un pensiero quasi totalmente juventinizzato. La seconda foto ci dimostra la validità dell’esperimento con la Bice che invece esprime liberamente il suo pensiero, che risulta avvolto in un’ atmosfera di nobiltà, il pensiero rilassato di chi aspetta con fiducia il completamento di una squadra che è ancora evidentemente in maschera, guidata da un allenatore furbo come una volpe, esprimendo attraverso le calze autoreggenti un utofinanziamento addirittura seducente, è insomma la foto di un pensiero positivo comodamente seduto sulla propria passione, che ha messo finalmente al tappeto le negatività del bianco e nero. Gli scienziati ci fanno sapere che la mancanza di colore è dovuta solo al fatto che la seconda Tac del pensiero è stata scattata subito dopo la prima e quindi l’obiettivo non era stato ancora pulito dalla juventinità

1 commento:

  1. Alcune radiografie effettuate alla testa di Vargas presso il CTO danno intanto importanti spiegazioni al suo bizzarro comportamento, confermando le tesi antropoetnologiche del Traversi.

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