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venerdì 25 agosto 2023

Più surrealista del Re


Sconfitta immeritata ma con la quale ci sarà da fare i conti al ritorno. E non merita un commento di più se non che questa volta si potrà dare la colpa alla preparazione in fornace. Stamani al  Sacre Coeur dirò una preghierina per liberare la Fiorentina da Mandragora. Per fortuna ho finalmente ritrovato gli aceti della Maille, quello di lamponi, all’arancia, speziato con la mela, e le vinagrette di tutti i tipi, con le quali ci ho subito condito la sconfitta. E se “i poveri mangiano meglio dei ricchi”, i vecchi sono più giovani dei bambini, la Smart è più lunga della Metro 5 per Boulevard Lenoir, il caldo è più freddo del gelo, allora ieri abbiamo vinto. Oppure prendiamo atto della sconfitta, prendiamo i cocci rotti e li riattacchiamo seguendo la filosofia giapponese di evidenziarne le cicatrici impreziosendole. Così anche lavorare sarebbero esse stesse le ferie. Ma in questo mondo duro, feroce e spietato, dove c’è chi è pure più avanti atleticamente, mi voglio ancora concedere il lusso di bere il caffè con il mignolo all’insù. Fermarmi a una bancarella di libri lungo la Senna e sfogliare avidamente un rara copia del Manuale del diligente surrealista, leggere le sue pagine sbalorditive che centrifugano un turbinio di idee tipo trattenere lungamente per la maglia l’avversario in area proprio davanti all’arbitro, saltando però la nona appendice dell’ultimo capitolo dove si esorta a diffidare dei manuali per surrealisti. Ve lo buco quel Mandragora!

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