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martedì 13 aprile 2021

Amrabat corre male anche quando gioca bene


Parlare del rinnovo di Vlahovic è come parlare delle aperture graduali per i ristoranti; entreremo dalle finestre. Intanto al Mandela anche ieri zero vaccini, e forse vista la foto una volta anche i tamponi erano più seri. Come i rinnovi. Purtroppo il tempo passa, noi perdiamo palla, scatta il contropiede e becchiamo gol. E per assurdo potremmo addirittura trarre un vantaggio da questa situazione tragicomica (leggi le valutazioni post partita di Pradè) dichiarandoci categoria a rischio. Esaurimento. Continuano a parlare di Israele, adesso la paura non è più la Serie B o fare la fine dei Cosmos, ma che ci deportino. L’idea era quella di trasformare gli ospedali in aziende gestite da direttori-manager premiati in base alle risorse risparmiate e non alla qualità dei servizi, pensando che fosse una grande idea. Un po’ lo stesso schema che ha replicato Rocco con Joe, poi però è arrivata la pandemia che tutte le idee di merda si porta via. Tranne quella di Rocco. Ormai non rimane più molto, tanto che anche i lettori di Riza Psicosomatica cominceranno a chiedersi perché Amrabat corre così male. Intanto in merito ai vaccini, grazie al fatto che lo Stato non può permettere che il singolo faccia il furbo, torna ad avere un senso la nascita dei partiti. Ogni volta che vedo una fila mi chiedo se è per buttarsi giù, e il lunedì con la pioggia è diventato meno triste di una domenica con la Viola. La partita, appunto, si fa presto a cercare scappatoie, poi arriva un momento che finiscono le via di fuga. Mi è successo quando ad un certo punto sono finiti pure i lati verso cui voltarmi per non guardare.

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