.

.

giovedì 29 novembre 2018

Un cambio di vocale epocale


Una volta si usava un termine che oggi si è evoluto, un cambio di vocale epocale, quando si voleva parlare di adiacenze, dintorni, pressi, prossimità, vicinanze, si usava “paraggi”, oggi per forza di cose si parla di “pareggi”. Fino ad arrivare a quello di bilancio. Il problema di difendere il pareggio, nobilitandolo ad evento in assenza di sconfitta, per salvaguardarlo cioè dalla routine, non a caso in molti anche qui ormai si addormentano a guardare la Fiorentina, fa parte di una di quelle tematiche che mi fa infervorare, e poi finisco per trascurare il panino col lampredotto. Abbiamo letto delle implicazioni di Ferrero in fatti poco edificanti, probabilmente è qui che si gioca il vero derby con il Genoa. E a noi ci ha sempre affascinato il derby della Lanterna. Se almeno Preziosi fosse venuto a Firenze, al posto delle Hogan avremmo potuto vivere di marchi più legati alla logistica, magari invece della classica valigetta con i soldi, Firenze lo avrebbe ispirato e si sarebbe mosso con una zaino Piquadro per fare piquadrare i conti. Lo so, tutti vorremmo avere un allenatore che sia un valore aggiunto scoperto quando ancora rientrava nei nostri parametri, un centravanti che comincia a fare la differenza poco dopo averlo acquistato al costo di un giocatore che non faceva ancora la differenza, un portiere che non para solo quello che parano coloro che ti puoi permettere, un Hagi, un Montiel, un Vlahovic che la differenza cominciano a farla dopo aver affrontato la rappresentativa degli affumicatori di speck della Val di Fleres, una proprietà insomma che potesse eliminare tutta questa necessità di vincere scommesse su scommesse, e non ci facesse più vivere con l'illusione che le patatine fritte hanno le stesse calorie dell’insalata scondita. Tra le altre cose vorrei pure che il tifoso “competentone” nostrano non sapesse più cose di quelle che esistono. Forse proprio perché in ogni rapporto è bello che ci siano segreti, io il segreto di tutti questi pareggi non voglio saperlo. Se tutte le altre squadre hanno sempre qualcosa in più, se nei giardini altrui la clorofilla la fa da padrona, per me non è affatto un problema, non soffro d’invidia, se la nostra bacheca è sottovuoto e quella delle milanesi è invece imbottita, pazienza, perché non c’è solo questo, Milano è anche piena di fica. Una Milano da bere nel bicchiere mezzo pieno.

Nessun commento:

Posta un commento