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sabato 3 novembre 2018

Il maxi processo



Ieri (su RaiPlay) mi sono guardato quattro puntate della docu-fiction “Maxi, il grande processo alla mafia”, perché trovo delle similitudini con quello a cui assisto qui sul blog. La differenza è che qui alla sbarra c’è un solo imputato, e non 364, mentre i centinaia di capi d’imputazione si equivalgono. La sesta e ultima me la sono lasciata per oggi. E a proposito di pentiti c’è un presidente che non lo ingaggerebbe più uno come Pioli, un allenatore che prima ancora di Mirallas falso nueve, aveva creduto che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak. E sempre a proposito di scelte sbagliate nella vita, ci risiamo con Gerson e Pjaca, quelli che avrebbero dovuto fare la differenza, e che fino ad oggi hanno fatto al massimo la differenziata. Ma anche io sono in vena di confessioni, dico che non lo critico solo per indolenza, e siccome sono pigro non riesco neppure ad odiarlo, per farlo ci vuole tenacia e troppo impegno. Qualche buon segnale però c’è, se lo spread è in calo e le borse in rialzo, potrebbe tornare al gol anche Simeone. Gli anti Pioli sono come l’Europa che ti permette di fare la manovra che vuoi fare a condizione che sia la stessa che ti consiglia. Da noi vale per la formazione e per le sostituzioni. E mentre sogno la vittoria contro la Roma, il Bambi preferisce gli incubi, perché solo con loro viene rassicurato al risveglio. Sarà che sono cresciuto con finali improntati all’ottimismo, i personaggi della mia infanzia tornavano a casa dallo stadio felici e contenti. I fratelli Grimm come i Della Valle. Mentre il Bambi preferisce il rumore delle foglie secche sotto gli anfibi.

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