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giovedì 8 novembre 2018

Le emozioni degli ex


A me tifare Viola sazia, a prescindere da cosa trovo nel piatto. La passione tocca corde profonde e non mi ci voglio impiccare. Però devo riconoscere che pur mi siano sempre piaciute le poppe grosse, quando la prof di Tecnologia dichiarò di avere una Quinta, anche se a me non sembrava, ho dato la colpa ai maglioni larghi invece di chiederne il trasferimento. Solo dopo ho capito, quando cioè cominciò a parlare dell’esame di Maturità. Quindi magari tra un po’ capirò di aver sbagliato ad essere in pace col mondo Viola malgrado Biraghi. Del resto le passioni si vivono in maniera personale, spesso diametralmente opposta. Il Bambi quando sta per finire il panino col lampredotto accelera, io rallento. Del resto anche Simeone è sembrato rallentato su quell'invito di Chiesa. E mentre il Bambi è uso allungare il bagnoschiuma con l’acqua, io me ne guardo bene. Essere contento per una squadra che vivacchia è un po’ come sentir bestemmiare i preti in refettorio per l’IMU. Che la scuola italiana non funziona lo si capisce dal fatto che alle medie non si studia statistica, e così il record di punti di Sarri col Napoli non se lo incula nessuno. Ma è comunque sempre bello quando gli ex tornano a giocare al San Paolo, Sarri o non Sarri, quando esplodono le emozioni, forti, i ricordi si riaffacciano prepotentemente, e di quel periodo trascorso tra il Vomero e Mergellina la cosa che manca di più alla fine sono i Rolex. Torna a perdere la Juve malgrado Ronaldo. E poi sarà colpa di questo tempo strano, di questa temperatura sopra la media. Sarà colpa delle scie chimiche, delle finestre aperte. Sarà colpa di Pioli se anche quest’anno rimarremo con i nostri pugni di mosche.

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