.

.

lunedì 12 novembre 2018

La verginità fa alzare lo spread


Basta una bella partita di una squadra che non sia la Fiorentina e giù a esaltare le doti dell’allenatore di turno. Come quando senti che l’antidolorifico comincia a fare effetto, e ti da quasi più piacere della scomparsa effettiva del dolore. Che poi invece il dolore non passa, e mi riferisco al povero Giampaolo al quale evidentemente viene portata pure sfiga a desiderarlo come se fosse Guardiola. Così come anche a tutti gli altri papabili che essendo allenatori da Fiorentina hanno rose che possono avere delle battute d’arresto anche fragorose. Gli allenatori dei sogni, a sentire come vengono agognati, sembrano ancora vergini di esoneri e di figuracce, e se si continua a dare così tanto valore alla verginità, mi toccherà pagare sempre di più l’olio extravergine d’oliva. Però capisco che uno ormai si sia fatto ingolosire, la voglia di usare certe belle partite altrui per fare confronti strumentali con quelle che il ceppicone invece non vince, e poi ti succede come quelli che avevano già scritto alla Raggi di dimettersi prima ancora che fosse assolta. Potrete comunque sempre dire che la colpa è di quegli allenatori che ammaliano li per li, e la volta dopo fanno peggio di Pioli. A me è successo la prima volta che ho conosciuto la Beatrice che si risentì perché gli stavo fissando le poppe, quando invece furono loro a iniziare. Non sempre una bella partita di un’altra squadra equivale alla scoperta della medicina che cura tutti i nostri mali di tifosi. Insomma, non sempre una bella copertina corrisponde a un buon libro. Le famose scale che c’è chi le scende e chi le sale, quando non sono mobili che si rompono, e se a Genova, lato Samp, il bicchiere questa volta è mezzo vuoto, a Roma, sponda giallorossa, le buche sono mezze piene.

Nessun commento:

Posta un commento