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domenica 5 agosto 2018

Il vino sa di tappo



Se l’aria condizionata rende più sopportabile l’estate, e il riscaldamento l’inverno, la partita della Fiorentina ne annienta tutti i benefici. E Pioli, e non si tira in porta, e la telecronaca di ViolaChannel. E il vino sa di tappo che è sempre un grande classico. Menomale che comunque le vere erezioni se ne fregano del caldo e del freddo. La salvezza sarebbe andare via, staccare un po’ dalla Fiorentina, dove insomma lo smartphone non prende dal salotto di casa. Giù le serrande, e poi basta dire di essere stati a Capalbio. Tanto la la partita dei Viola è come una vacanza di merda, maltempo, vento, e l’hotel che non è quattro stelle ma fa cacare. Per fare veramente paura sui pacchetti delle sigarette dovrebbero stamparci il contratto del prestito secco di Gerson. Purtroppo siamo fatti così, a me succede soprattutto quando vado a fare la spesa, poi ci torna la Rita e le dicono che sono più esigente delle massaie. Significa che non ci accontentiamo mai. Il problema del tifoso Viola disilluso dai Della Valle è che certi sogni ritrovati nel cassetto non sa se buttarli nell’umido o nell’indifferenziata. Conosco bene i fiorentini che mentre si puliscono la bocca gli scappa accidentalmente un vaffanculo. E il mare che abbiamo dentro è un mare di polemiche. Bisognerebbe ricordarsi sempre che non esiste la squadra giusta ma quella di cui ci si innamora. Poi alla fine ho detto al Bambi che un giorno capirà cosa vuol dire essersi goduto di meno la Viola per chiedere chiarezza, e giustamente mi ha esortato a dirglielo subito. Mi immagino i fisionomisti, quelli che Veretout è grasso quanto avranno sofferto per non aver mai visto Steven Seagal spettinato. Il tifoso Viola ha bisogno di innamorarsi di un giocatore che scopre solo lui, con Hagi è andata male come quando ci si veste con l’outfit preferito, si esce, ma non si incontra nessuna d’interessante. Poi Hagi alla fine è andato alla Roma? Ora c’è Montiel che ha le gambine di quel bambino di cui mi parlava lo zio Franco quando mi faceva guidare la macchina le prime volte “occhio che dietro a un pallone che rotola c’è sempre un ragazzino che gli corre dietro”. Il tifoso Viola non dimentica, né il mancato arrivo di Mammana, e né le parole dello zio Franco. Il tifoso Viola non dimentica, sedimenta.

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