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mercoledì 29 agosto 2018

Quando i pini marittimi lasciano qualche spazio alle recriminazazioni


Siamo così a Firenze, luogo nel quale se citi un lavoro di Neil Simon il giorno della sua morte qualcuno ti risponderà che era un antidellavalliano della prima ora. Meglio a piedi nudi nel parco che con le Tod’s. Come chiamare allora questa epoca strana in cui stiamo vivendo? Non è più l’epoca contemporanea. No. Forse Microevo, dove tutto diventa più piccolo. Lottare con l’Atalanta, prestiti secchi, il mondo senza più distanze, i cellulari, e soprattutto noi, sempre più piccoli e immaturi. Come Montiel. Forse ci ritroviamo uniti solo a guardare gli highlights del processo Pacciani su YouTube. Lo stadio diviso, la città divisa dall’Arno, in farmacia divisi tra chi prende il gel Durex e quelli come me che puntano tutto sul Voltaren. In questa fase della vita, visto anche il rancore che ristagna quando non tira la tramontana, faccio il tifo per la Fiorentina cercando di non alzare mai i toni. Praticamente una missione di pace. Secondo me i figli della contestazione, se ancora bambini, si può tentare con lo psichiatra. Della Valle indica l’obiettivo stagionale? Indagato dal PM di via dell’Ariento per sequestro di sogni, arresto illegale delle aspettative, abuso di fairplay finanziario. Se Berlusconi difende Salvini sarebbe bello che anche Cecchi Gori difendesse Della Valle. Firenze è una città divisa, piena di separati insomma, l’altra metà è fatta di coppie nelle quali è lei che vuole dividere. Prendiamo un panino col lampredotto: facciamo a metà? Prendiamo un vino bianco: facciamo a metà? Prendiamo un gelato: facciamo a metà? NO, le voglio intere le cose, tu prenditi la tua metà e l’altra metà la butti. La passione non si divide, al massimo si condivide. Come il posto per le ferie, a entrambi ci piace andare a Capalbio, ma solo a me dispiace che non ci siano le palme.

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