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domenica 11 febbraio 2018

Il tempo delle anomalie (o melie)


Comunque in questo tempo di contraddizioni e mutamento delle decisioni arbitrali post VAR, là dove il piazzamento della barriera è diventato creatività a momenti e gol certo, l’unica cosa su cui possiamo fare davvero affidamento è il cortisone. Ma non c’è solo il profumo del rigore e l’amaro della revoca a rimarcare il tempo delle anomalie, quando arriva la tramvia bisogna prima far scendere le persone e solo dopo possiamo salire. Se amiamo la vita certe storture non ci devono comunque instillare il dubbio di non essere corrisposti. Ci sarebbero anche i figli che hanno sempre il telefono in mano, ma se li chiami non rispondono mai, al massimo un messaggino. Poi come un raggio di sole nella notte della beffa, un’anziana signora si è voluta ribellare al VAR, salgono dei ragazzini urlanti sulla tramvia quasi vuota, la signora mi guarda e sorride per rassicurarmi, si volta verso i ragazzi e urla “Avete finito di rompere i coglioni?” Forse il segreto è vivere la vita come se andasse tutto bene. Ma anche la classifica non va perché Facchinetti e Fogli non possono arrivare davanti a Mario Biondi, almeno il Napoli si riprende il primo posto. Tra un anomalia e l’altra il segreto per addormentarsi dopo una partita persa così, con tre minuti e venti di reflusso gastrico dal dischetto, e la necessità di togliere prima il palo di Gil Dias dall’occhio per vederci bene e così togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello Viola, per addormentarmi ho contato i Pooh. Anomalie come la terza sconfitta consecutiva della Lazio (colpa nostra perché tutto è cominciato da quando l'abbiamo presa ad esempio per denigrare il nostro comparto sportivo) e soprattutto che più si va avanti con l’età e più ci si commuove facilmente, specie quando chiedi un’informazione a dei giovani con la sciarpa Viola e questi ti danno del “lei”. E sempre a proposito di anomalie, in che senso il 4 marzo non possiamo votare Veretout?

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