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martedì 10 luglio 2012

Saltellare col satellitare

Non ci sarebbe nemmeno tutto questo gran bisogno di scomodare Minosse e il resto della mitologia. oggi è ancora sufficiente Margherita Hack a definire le cose: “ Un caldo boia”, e tra balle giornalistiche e bolle di caldo, chi invece sembra veramente mitologico è Montella, che anticipa il rientro dalle ferie e sottopone la ciurma a una bella settimanella in quota all’Arno, tra ripetute e promesse ripetute come quelle di Pradè, allunghi e scatti che hanno finalmente il sapore popolare del sudore, che alla fine accomuna il gruppo a chi arranca in città tra l’asfalto che si squaglia e l’isterico bisogno di qualche buona notizia di mercato, che dia finalmente il via alla cosiddetta nuova fase, oltre a un bisogno spasmodico di Polase. E quindi fa bene agli occhi e al cuore vedere la squadra fare questo bagno penale di caldo, lavori socialmente utili alla stagione, tattica, possesso palla e corsa, il tutto, come dicevamo, condito da un torrido e soprattutto democratico caldo, poi andranno a trovare l’aria più fine di Moena, giusto e necessario, ma intanto questa settimana ha tutta l’aria (calda) di essere uscita dall’altoforno delle idee, dove invece della ghisa si produce una situazione che non gasa ma piega le gambe, perché questa nuova stagione deve finalmente profumare di rottura col passato, avere il sapore sconosciuto della fatica, delle responsabilità e del senso del dovere, e anche se non proprio di un bagno turco, visto l’infatuazione marocchina, almeno di un bel bagno di umiltà. La possibilità di errore si è assottigliata quasi fino allo zero, percentuale che esige solo lavoro e che vale per tutti, questa settimana deve avere anche questo senso, serietà e impegno, la ricerca maniacale anche del particolare, che sia il GPS, le palle inattive, la tattica, la preparazione atletica, la psicologia spicciola e gli spiccioli di filosofia per dare un senso a una stagione che abbia finalmente un senso. Ci va bene lo staff tentacolare che pensa a tutto, ci va bene il giocatore tifoso che ha il giglio tatuato vicino al cuore, ma vorremmo finalmente rivedere anche i giocatori che si fermano alla fine dell’allenamento a calciare le punizioni, mi viene in mente un grande argentino, e Minosse permetendo ci piacerebbe rivivere quel caldo ricordo, passando però dalla nostalgia di un Batipolo, alla bella scoperta di un manipolo di giocatori che non ci faccia ristagnare troppo nei ricordi del passato.