Per alcuni la Nazionale è
stato purtroppo solo un doloroso viaggio a ritroso verso l’epicentro dell’abbandono,
un trauma dovuto allo smarrimento della figura del proprio Santo protettore, un’autostrada
del dolore talmente lunga e diritta, che la psicoanalisi lo definisce un “dolore
Prandilineo”, senza curve e casello d’uscita, con l’abbandono della propria passione
in un’area di servizio, trasformando un esistenza fino a quel momento felice in
una vita da cani abbandonati. Questo blog che è invece dichiaratamente
curvilineo, e lo dimostrano i tanti culi che spesso ne sintetizzano il
pensiero, è sicuro di poter far sparire quella tristezza costante, e lo può fare
grazie a studi approfonditi e di prossima pubblicazione, attraverso una
sperimentazione effettuata su uomini maschi adulti dall’alto tasso di testosterone
nel sangue, uno studio che basa la sua efficacia sulla sostituzione dell’immagine
dell’icona bresciana del dolore, con quella di culi prodigiosi in grado di
distrarre quella malinconia e trasformarla in melanconia, che altro non è che la
venerazione delle mele. Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma
la serietà dei nostri studi ci permette di affrontare il problema in diversi
step, perché sappiamo benissimo che un
paziente affetto da dolore Prandilineo, messo difronte a un culo sfacciatamente
curvilineo subirebbe l’equivalente dello shock anafilattico, che l’analisi
freudiana definisce anofilattico. Per questo motivo il blog oggi pubblica
gratuitamente la prima immagine di un ciclo terapeutico all’avanguardia, che permetterà
con possibilità di successo vicino al cento per cento, di uscire finalmente dalla
spirale del dolore, e per farlo, come potrete vedere, il paziente affetto dalla
depressione, potrà immergersi tranquillamente nel nero con il quale è abituato solitamente
a convivere, che la nostra immagine offre in abbondanza per rasserenarlo e
farlo sentire a casa, e poi lentamente intravedere quello che diventerà
l’anticorpo della sua malattia, che altro non è che una gran bella parte del corpo.
Il dieci per cento individuato invece come percentuale di pazienti che
rigettano la terapia con sdegno sono stati raggruppati nella categoria dei
metrosexual, il primo step dunque vuole far abituare gli occhi del Prandilineo
all’oscurità del suo pensiero, e abbiamo
potuto constatare come negli step successivi il paziente abbandoni con gioia l’oscurità sostituendola
con la voracità di chi vuole vedere sempre meglio quelle curve, le uniche controindicazioni
riscontrate riguardano quei pazienti che hanno associato la terapia curvilinea ad
un eccessiva attività di autoerotismo da essa derivato, fino a riportarli nuovamente
alla cecità, anche se questa volta si parla di un oscurità non dovuta più a traumi
come potrebbero essere quelli di una ricaduta nel dolore Prandilineo oppure a seguito di un
pugno che ne abbia danneggiato in qualche moodo la retina,
niente più traumi psicologici o pugni quindi, ma una cecità più classica dovuta all’uso eccessivo delle pugnette.