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martedì 3 luglio 2012

Melanconia


Per alcuni la Nazionale è stato purtroppo solo un doloroso viaggio a ritroso verso l’epicentro dell’abbandono, un trauma dovuto allo smarrimento della figura del proprio Santo protettore, un’autostrada del dolore talmente lunga e diritta, che la psicoanalisi lo definisce un “dolore Prandilineo”, senza curve e casello d’uscita, con l’abbandono della propria passione in un’area di servizio, trasformando un esistenza fino a quel momento felice in una vita da cani abbandonati. Questo blog che è invece dichiaratamente curvilineo, e lo dimostrano i tanti culi che spesso ne sintetizzano il pensiero, è sicuro di poter far sparire quella tristezza costante, e lo può fare grazie a studi approfonditi e di prossima pubblicazione, attraverso una sperimentazione effettuata su uomini maschi adulti dall’alto tasso di testosterone nel sangue, uno studio che basa la sua efficacia sulla sostituzione dell’immagine dell’icona bresciana del dolore, con quella di culi prodigiosi in grado di distrarre quella malinconia e trasformarla in melanconia, che altro non è che la venerazione delle mele. Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma la serietà dei nostri studi ci permette di affrontare il problema in diversi step, perché sappiamo benissimo che  un paziente affetto da dolore Prandilineo, messo difronte a un culo sfacciatamente curvilineo subirebbe l’equivalente dello shock anafilattico, che l’analisi freudiana definisce anofilattico. Per questo motivo il blog oggi pubblica gratuitamente la prima immagine di un ciclo terapeutico all’avanguardia, che permetterà con possibilità di successo vicino al cento per cento, di uscire finalmente dalla spirale del dolore, e per farlo, come potrete vedere, il paziente affetto dalla depressione, potrà immergersi tranquillamente nel nero con il quale è abituato solitamente a convivere, che la nostra immagine offre in abbondanza per rasserenarlo e farlo sentire a casa, e poi lentamente intravedere quello che diventerà l’anticorpo della sua malattia, che altro non è che una gran bella parte del corpo. Il dieci per cento individuato invece come percentuale di pazienti che rigettano la terapia con sdegno sono stati raggruppati nella categoria dei metrosexual, il primo step dunque vuole far abituare gli occhi del Prandilineo all’oscurità del suo pensiero, e abbiamo  potuto constatare come negli step successivi  il paziente abbandoni con gioia l’oscurità sostituendola con la voracità di chi vuole vedere sempre meglio quelle curve, le uniche controindicazioni riscontrate riguardano quei pazienti che hanno associato la terapia curvilinea ad un eccessiva attività di autoerotismo da essa derivato, fino a riportarli nuovamente alla cecità, anche se questa volta si parla di un oscurità non dovuta più a traumi come potrebbero essere quelli di una ricaduta nel dolore Prandilineo oppure a seguito di un pugno che ne abbia danneggiato in qualche moodo la retina, niente più traumi psicologici o pugni quindi, ma una cecità più classica dovuta all’uso eccessivo delle pugnette.