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domenica 31 maggio 2020

La didascalia



Il Bambi c’è rimasto di merda, e con tutti i soldi che ha lasciato a Myconos lo capisco pure. Invece di dividerci nord contro sud dobbiamo tornare uniti per non disperdere le forze, animati dal comune odio verso la Grecia. Per consolarlo gli ho detto che era sempre meglio l’estate a Marina di Bibbona in roulotte che non una guerra civile come negli Stati Uniti. Poi grazie alla mineralità dell’Etna in circolo ho espresso un concetto che lo ha persuaso; gli ho ricordato che la deriva era già cominciata quando abbiamo iniziato a sostituire le parole, non più “spazzino” ma “operatore ecologico”, non più “bidello” ma “collaboratore scolastico”. E tutto è definitivamente precipitato quando è toccato a “panino” e “salame” con termini come “carboidrati” e “acidi grassi polinsaturi”. Da lì in poi la discesa negli inferi fino ad abbandonare per sempre anche l’ultima delle metafore; quella della natura che si riprende i suoi spazi. Me la sono tenuta unicamente come didascalia per la foto di un bel culo bucolico. Nel bel mezzo di questa resa dei conti post lockdown è apparso Ciro che fa il pizzaiolo al Galluzzo, indossava una t-shirt rivolta ai milanesi, la scritta recitava “per uscirne migliori non dovete uscire”. Naturalmente dove aprono le spiagge diluvia. Tutte queste considerazioni hanno regalato una sorta di nuovo slancio al Bambi che gli ha fatto spostare il ciuffo. “Slancio” era una battuta visto che come la giri per lui rimane sempre sottosopra. Non solo lui, conosco gente che ci preferiva prima che la pandemia ci rendesse migliori. Io stesso sono arrivato a pensare che se l’immaginazione gioca brutti scherzi figuriamoci la realtà. Insomma, sono tempi duri anche per i tempi duri, tranne che per il più duro di tutti, Clint e i suoi 90 (forse la prova che l’estinzione ci schifa).

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