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mercoledì 23 ottobre 2019

Una stagione all'inferno


Come compensare una mancata vittoria, il mio profilo Linkedin sta avendo successo. Gasperini affonda. In questo ottobre che sembrano felici soprattutto le canottiere dei muratori. Se lunedì sera ci siamo mangiati una barretta ai cereali, mi confermate che contro la Lazio domenica ci possiamo fare una bella carbonara? La casa d’infanzia del poeta Arthur Rimbaud dove scrisse “Una stagione all’inferno” è stata acquistata da Patti Smith nel 2017, e così come il FAI, non a caso la domanda più ricorrente che le viene posta è “ti fai ancora?”, aprirà le porte a tutti quei tifosi Viola rimasti traumatizzati dall’ultima stagione targata Della Valle. Non ho fatto altro che ripensare ossessivamente a quel tiro di Castrovilli respinto da Vlahovic, da quel momento mi sono fatto autunno. Stagione che comunque mostra i colori della gonna insieme a quelli del tappeto. Ho avuto incubi, ho sognato che piangevo sotto la pioggia per non farmi veder piangere, mentre uno juventino rideva e gli si riempiva la bocca d’acqua che poi mi sputava in faccia. In quel mentre è passato un indiano che aveva venduto l’ultimo ombrello, voleva tornare a casa ma non avendo biglietto della tramvia e non sapendo come ripararsi gli ho offerto casa mia e ha fatto arrivare tutta la famiglia dall’India. Ho dovuto mettere le cose in chiaro, che non appena spiovuto si sarebbero dovuti levare tutti dai coglioni. Mi sono risvegliato sudato, ma con la consapevolezza che non può battermi il cuore per una seconda coppa b, piuttosto per una Coppa Italia. Comunque il Bambi ha cercato di risollevarmi il morale per quella sfortunata combinazione di gol rimasto strozzato in gola, invitandomi a prenderla con più filosofia e magari a preoccuparmi soprattutto del Benedetti, lui che recupera ferro vecchio, e che ogni volta che m’incrocia in via Sant’Agostino, sempre secondo il Bambi, mi guarda con un appetito crescente.

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