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giovedì 21 giugno 2018

Mentre invecchio aspettando che si apra



E’ stato il primo giorno della Maturità, sarà l’ultima vera estate. E poi reddito di cittadinanza. Quando si parla male di un giocatore, politico o allenatore, so che non lo si fa per cattiveria, spesso è per mancanza di ferie. Il pericolo in queste giornate di blog è che se un utente con un ragionamento incontra un altro utente con uno slogan, l’utente col ragionamento è un utente morto. Il mio timore vero però è che qualcuno di voi spezzi gli spaghetti. Se ci fossero i Mondiali reputerei il 5-5-0 dell’Iran forse il modulo più prudente, mentre il Bambi insiste nel dire che il prosecco fa smettere di sudare e che deve solo insistere. E dopo tutto questo Polase frizzante mi ha confessato di temere ancora un’altra Viola senza pretese, come questa primavera che se ne sta andando. Fiorentina senza ambizioni, poche passioni e tanti grandi disinteressi, ma forse peggio del Bambi sta chi si droga di fredde infusioni pesca e maracuja. Allora a cosa serve vivere a Firenze per ridursi così? Mettici pure Pioli, è molto diverso da, che so, le vele di Scampia? Con il fair play finanziario, i bacini d’utenza e le plusvalenze produciamo i mostri con le orecchie lunghe che vogliamo combattere. Mentre invecchio aspettando che si apra mi convinco che la calma è la virtù dei cancelli automatici. E al di là c’è il terzo scudetto.

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