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giovedì 21 settembre 2017

Il Gronchi rosa


Coraggiosa e tignosa se l’è andata a giocare. E ha continuato a farlo anche quando è rimasta in dieci. Nel primo tempo senza nemmeno concedere niente, cancellando Dybala, disinnescando Higuain e Mandzukic. Tosta, anche se con qualche errore di precisione nella gestione di alcune ripartenze importanti. Diciamo una Viola soffocante, che toglie alla Juve la capacità di giocare, nel finale di partita riuscendo persino a nascondere di essere rimasta in dieci. Rimane l’equivoco Benassi, la difficoltà a creare azioni pericolose, il cambio Laurini-Gaspar (problemi per Laurini). Occorreva la partita perfetta, non è stato così, ma rimane la buona personalità che avevamo già intravisto, e quel finale con l’occasione di Gil Dias, il successivo corner con Simeone che anticipa la difesa, e la Juve che sembra non proprio a suo agio nel gestire il vantaggio di misura. Bene la difesa in blocco nel primo tempo, Pezzella e Astori non sbagliano niente, di Gaspar abbiamo detto, nella ripresa Biraghi soffre troppo Cuadrado che diventa decisivo. Centrocampo bene nella fase d’interdizione e meno in quella di costruzione, bene Veretout, male Benassi, ingenuo Badelj. Davanti manca incisività. Squadra orgogliosa che malgrado la sconfitta lascia sul campo la sensazione di aver compiuto un altro passo avanti in questo nuovo percorso. Rarità assoluta come un Gronchi rosa aver visto un rigore assegnato e poi tolto alla Juve. Oppure come ai semafori trovare ancora qualcuno interessato al verde e non a mandare messaggi. Come aver trovato stranamente interessante il Bambi, addirittura irresistibile mentre fissava il cielo, prima di accorgermi che aveva in mano il collirio. Rimane il fatto che per avere grandi sogni bisogna avere tanti soldi per la droga, non solo per il monte ingaggi. E racconto questo mentre scaldo le polpette perché è bello scrivere di una squadra che mi è piaciuta, ma le sconfitte comunque non saziano.

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