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domenica 15 luglio 2012

Zen-zero passione

Sarà forse perché sono un maiale, ma in questo trogolo di notizie ci sguazzo, m’intriga, anche se mi rendo conto che la mia posizione risulta contrapposta all’umore generale, come si vede bene dalla foto di copertina, ma non riesco a dispiacermi più di tanto per Behrami, perdonatemi, perché sono convinto che Montella sostituirà l’uomo multipalle con un gioco dove le palle non dovranno più essere portate a spasso, ma correre via veloci e felici per il campo, e forse questa mia tranquillità è dettata dal fatto che comunque a Firenze c’è sempre Moranduzzo, nel caso che Vincenzino scelga come modulo l’albero di Natale e ci trovassimo sprovvisti di palle. E poi mi sembra un po’ troppo etnico questo sdilinquimento albanese, etnico forse è eccessivo ma sono appena uscito da una cena talmente speziata, che ho temuto l’arrivo delle andropausa anzitempo, tra vampate dovute al tabasco, al curry e allo zenzero, tra guacamole, hummus, chutney, risi usati come condimenti, si insomma tutto molto affascinante e sensoriale, direi fusion, mentre l’argomento calcio ci riportava subito alla tradizione, e a questa mi sono abbeverato, arso di piacevole stupore una volta verificato quanto vacillasse stremata  la fede rossonera davanti alla cessione di Ibra e Thiago Silva, non più arrogante e spavalda, oggi invece così umiliata dallo sceicco, costretta ad affogare il proprio disprezzo per la società, cosciente di essere diventata supermercato della penisola arabica, così tanto mortificata da rifugiarsi nel misticismo culinario, in un viaggio doloroso dei sensi, tra Messico, India, paesi arabi, fino a nascondersi nella cucina israeliana, gente che un tempo aveva un’altra pasta, oggi chini su pasta di ceci e semi di sesamo, passioni aromatizzate ormai con olio d’oliva e aglio, succo di limone e paprica, semi di cumino in polvere e prezzemolo finemente tritato, una passione  tritata e consumata con pane azzimo. In questa salsa vegetale piccante e densa, a base di passione alla frutta, spezie e ortaggi da tirare alla propria fede, mi sono sentito un gran signore, ho capito di essere ancora vivo in confronto a chi effettivamente aveva perso qualcosa più di un Behrami, che avrà anche le palle ma che a me non fa l’effetto devastante etnicospeziato degli amici milanisti, la seconda foto di copertina è infatti dedicata proprio a loro e alla loro attuale visione del calcio, foto che ho scelto anche per quelli tra noi che guardano il mondo col lutto al braccio, per fargli trovare un comune luogo di sollievo del dispiacere, si insomma, dalla “ Fossa dei leoni” cosa meglio di una bella  fossa comune della passione.