presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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venerdì 20 luglio 2012
Le strane solitudini dell'inviato
Il
calendario dice che siamo entrati nel mese del Ramadani, costringendoci
di fatto a purificarci dai campioni attraverso il digiuno dalle loro
prestazioni, purtroppo con un procuratore così curvo verso la mecca del
Dio denaro, non sarà più possibile osservare il nostro pilastro
dell’attacco, bensì il quarto dei cinque pilastri dell’Islam. E per
questo a Moena c’è un po’ di preoccupazione, non tanto per l’astensione
dalle pratiche sessuali, anch’essa prevista durante il Ramadani, dato
che tanto non tromba più nessuno, ma dal fatto che anche la più semplice
giocata gradevole di Jovetic viene considerata corruzione del corpo e
dell’anima, e il timore è che quando si parla di corruzione, poi si
presenti Palazzi a presentare il conto, oltre naturalmente a chi
comprando Jovetic ci toglierebbe la tentazione d’ingerire qualsiasi
azione succulenta direttamente dalla fonte. Certo passare da Pallavacino
al procuratore del digiuno, chiamato nell’ambiente Weight Watchers, ci
impedisce anche di utilizzare modi di dire familiari e ormai entrati
nell’uso comune, come “cadere dalla padella nella brace” perché con
Ramadani anche uno strumento innocente come una padella, diventa un’
idea di peccato legato al cibo da punire con la fustigazione, e infatti,
con Ramadani in giro, i giocatori preferiscono “bucare” un pallone
piuttosto che “padellarlo”. E così dall’alba al tramonto la popolazione
giornalistica a seguito della squadra Viola vive un languore
professionale molto spesso represso in un più corporale languorino, e le
prorità del centrocampo vanno a farsi benedire diventando molto più
materialmente quelle del centrotavola. E in questa valle di privazioni,
c’è qualcuno che azzarda addirittura che la scelta della Val di Fassa
sia un chiaro riferimento alla magrezza di Fassino, che bene incarna
l’espiazione e il digiuno del popolo Viola, ma soprattuto si cerca di
combattere questa prescrizione religiosa spostando i pensieri altrove,
cercando sollievo in pensieri più piacevoli che non siano per esempio la
manfrina per Viviano, e la Bice tanto per cambiare diventa epicentro,
crocicchio, focolaio di pensieri maschi alla catena, la foto di
copertina ha infatti sconvolto la comunità degli inviati, perché la
Riblondgirl, accortasi di movimenti massicci come spostamenti di truppe
al di là del buco della serratura della sua camera, ha voluto mostrare
un lato che potesse infiammare la fantasia dei guardoni della notizia. E
c’è riuscita alla grande, perché in questo preciso momento a Moena
impazza la discussione su quell’impronta di rossetto, c’è chi dice che
sia la firma metrosexual di Diego sul contratto in esclusiva, c’è chi
invece avanza l’ipotesi che sia un tatuaggio malizioso, e chi malizioso,
sostiene invece che sia il dripping, le famose gocciolature di colore, o
se preferite, la firma del mobbing pollockiano sull’inviata. D’altronde
i giornalisti in trasferta vivono di stenti, sfruttati come sono da
uomini di redazione senza scrupoli, vivendo molto spesso ai margini
della povertà professionale, se non direttamente accampati tra i ruderi
di qualche acropoli, spesso privi di mezzi di sostentamento e di
compagnia femminile. La Bice sempre più maestosa, dopo essersi sentita
spiata nella propria intimità, ha contrattaccato usando la stessa
moneta, attraverso un’inchiesta shock dal titolo “Le strane solitudini
dell’inviato”, un’inchiesta impreziosita da una foto verità che getta la
categoria nello scandalo, uno scatto questa volta rubato all’intimità
di due colleghi di una nota radio fiorentina, colti a dividere la loro
solitudine e le spese per la camera, ma anche custodi del segreto
sconvolgente sull’uso di cavie per testare l’utilizzo di “intelligenze”
animali, che costerebbero molto meno, e che secondo alcuni direttori di
testate giornalistiche, scriverebbero anche meglio.