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domenica 16 maggio 2021

La pazienza


Per distrarmi dalle parole di Rocco intanto ho perso le chiavi della macchina, riguardo al tornado che si è abbattuto su Wuhan non me la sento di criticare come di solito si fa qui con Pioli. Anzi, il protocollo Covid dice di arieggiare. E poi ci vuole tanta forza di volontà, adesso che finalmente è possibile, a non fare tre colazioni in tre bar diversi. Se posso dare un messaggio distensivo, dopo il ruvido e sguaiato monologo di quel peperone crusco di Rocco, anche perché abbiamo bisogno di un ambiente unito, dico agli italoamericani che di solito fanno casino anche in cucina, di fare l’amore e non fare la parmigiana con le melanzane grigliate. Sperando che la figura di merda che ci ha fatto fare il “poliziotto scomodo” Commisso, che nel sequel prende il posto di Maurizio Merli, lo gira a Firenze invece che a Civitanova Marche, non sia come il vaccino che ha bisogno del richiamo. Sarebbe veramente troppo. Se proprio devo spendere una metafora per Rocco, anche se avrei preferito farlo per una bottiglia di vino, devo dire che l’uomo Mediacom ha il fascino dei fiori morti. Il giorno dopo mi sono sentito come i poveri rossetti abbandonati da più un anno. E pensando alla povera nonna Zaira, sono altresì convinto che come lei Rocco, con l’approccio antico di chi ritorno a a casa dall’America dopo tanto tempo che si ritrova, sia pure l’unico rimasto ad amare la stracciatella. O forse è vero che ci vuole pazienza con la felicità. La foto non c’entra una sega, ma così come Rocco con la Viola.

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