Anche se abbiamo le pezze al culo mi c’è scappata una bottiglia di Borgogna Bianco, adesso però pago il fico, e da cicala fiorentina tipica, per festeggiare le parole di rilancio del progetto, il rinnovo di Vlahovic, e l’ingaggio di Malesani, mi sono rimasti solo i soldi per la gazzosa. I braccini restaurarono il Colosseo, se almeno si facesse carico di realizzare il ponte sullo Stretto. L’attacco ai giornalisti è un diversivo per noi poveri di argomentazioni sportive di un certo rilievo, è manna argomentativa caduta dal cielo, visto che abbiamo speso mesi a parlare dell’allenatore del Milan. Noi convinti da Tavernelli vari che con un altro allenatore avremmo lottato per la Champions. Abbiamo passato le notti a guardare il soffitto pensando alle giocate di Hagi con la paura che venisse marcato stretto da Nessie. E poi dopo quanto dichiarato, chi ha qualche muffato più di lui può prendersi tutto il tempo per mandarlo affanculo con calma, tenerlo in sospeso tra un erborinato e un grande stagionato perché poi arriverà il momento che quel vaffanculo uscirà ad una sonorità più elevata. L’ordine dei giornalisti invece di denunciare le offese pronunciate dall’elegantone del Pollino, dovrebbe dare indicazioni precise ai suoi, se non addirittura un protocollo per le prossime conferenze stampa. Il giornalista si fa per dire di turno, dovrà rimanere immobile, rallentando il battito cardiaco, possibilmente con un paralume in testa. Roccuzzo si è dimenticato di dire una cosa che a noi fiorentini fa gonfiare il petto, che ci riempie d’orgoglio, che siamo cioè come il pianista alle feste, l’unico che non tromba mai. Il più lungimirante di tutti alla fine è stato Sallusti che per non essere offeso ha anticipatamente lasciato la direzione de “Il Giornale” dopo 12 anni. Adesso i giornalisti, ma anche noi tifosi, dovremo tutti fare un esame di coscienza, se non addirittura un’introspezione come succede alle pere. E un vero fiorentino, dal fondo della sala, una pera gliel'avrebbe fatta alla fine della conferenza stampa. Devo dire per entrare in qualche modo nel merito che mi sono piaciuti molto l’assunzione di responsabilità per l’ottima annata, i toni pacati ed eleganti, il progetto futuro, la varietà degli argomenti trattati, chissà se la statua a Beppe che celebra questo miracolo sportivo la paga Rocco oppure la passa il recovery fund. Rocco ci sta dicendo che per tornare al successo non serve una buona squadra, ma che la migliore garanzia è la guerra ai giornalisti. Se i DV ci consideravano dei “clienti”, ho la sensazione che con lui, presto, somiglieremo ad una bestemmia su un muro scrostato di via dei Serragli. Alla fine ho osato intavolare un discorso un po’ profondo su quanto detto da Rocco con il Bambi che ha controbattuto dicendo “Vabbè dai adesso però va meglio di prima, no?”. Che amarezza non potersela rifare più con Cognigni.
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