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sabato 28 aprile 2018

L'unico punto d'incontro


I ragazzi si tatuano, sono multitasking, non guardano la televisione. Quando lo ero io si tatuavano soprattutto i marinai o chi era stato in galera. Noi quelli senza siamo oggi aree abbandonate, spazi utilizzati solo dalle badanti. E tra i timidi che facevano l’alberghiero si sceglieva la sala perché nei film tutti gli inseguimenti passavano dalla cucina del ristorante. Non c’era il tofu e ancora non si collezionavano le password dimenticate. La rivalsa sociale dei figli che avevano studiato finisce con la laurea utilizzata come tovaglietta per la colazione. Quando ancora non c’era internet avevamo le ginocchia sbucciate, le mani sporche, e forse dicevamo ancora reggipetto. Non più lacrime di coccodrillo se non di quelli gommosi comprati all’Autogrill. Non più viandanti e liberi che spazzavano l’area. In san Frediano troverà giusta collocazione il busto di una persona gentile senza nessun motivo. Estinto l’ultimo arrotino viviamo col terrore ogni volta che vediamo un furgone girare Diladdarno, con la paura di saltare in aria al grido di “ci abbiamo pure le zucchine”. Non passi il messaggio che sono sempre peggio gli altri perché per gli altri anche noi siamo gli altri e alla fine siamo tutti peggio. Anche se guerre sante e birre analcoliche rimangono l’unico punto d’incontro.

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