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domenica 23 febbraio 2014

Renzi uno di noi

Poi si dice che per qualcuno il calcio è una lingua sconosciuta, forse un refuso, ma anche io non sono estraneo a questa carenza di comprensione di linguaggi così variegati, in un scenario dove in certe partite si parlano tutte le lingue tranne l’italiano. Dove a spiegare cosa succede in campo c’è uno con l’accento pisano come Bacconi, dove a gestire l’imparzialità dell’opinione c’è Massimo Mauro. Qualche sera fa sono andato a vedere lo spettacolo di una famosa compagnia di mimi di Berlino, lo spettacolo è stato interessante, ma per me abbastanza incomprensibile, perché purtroppo non parlo il tedesco. Menomale che Gomez parla con la lingua del gol che è comprensibile anche a me. Altri si trovano più a disagio da un punto di vista tattico, altri dall’alto di un attico abusivo usano invece il traduttore di Google. Si, perché c’è anche chi le partite se le fa raccontare, il mondo dell’opinione calcistica è improvvisato, io ne sono un esempio, fiorisce l’informazione-disinformazione sul web, si fanno trasmissioni di tifosi che alla fine rappresentano solo se stessi. Tutto molto terra terra ma anche economico, quel certo mondo che orbita intorno alla Fiorentina, me compreso, mi ricorda quei certi locali di spogliarelli, posti molto economici dove le ragazze che si esibiscono sono così brutte che i clienti pagano un extra perché non si spoglino. E mentre aspettavo una partita che non potrò vedere perché ostaggio dentro a una fusoliera dell’Air One, mi ha chiamato finalmente il Bambi da Bormio, impaurito, stremato come Joaquin contro l’Udinese, e mi ha raccontato di essere rimasto nascosto per due giorni dietro a un cassonetto dell’immondizia, “mi potevi chiamare, cazzo!”, ma gli si era scaricata la batteria del telefono. Una storia pazzesca figlia dell’ignoranza. Aveva rincorso un anziano al quale aveva visto cadere una busta, che non solo non si era fermato ma aveva addirittura accelerato. Lo aveva raggiunto a fatica solo dopo un centinaio di metri, e bloccato contro un muro. “ma non mi sentiva? Ha perso questa”. Mi ha raccontato che era stato in fila alle poste di Bormio e lo aveva visto ritirare la pensione, millecinquecento euro che gli servivono tra l’altro per fare il regalo al nipote che si sposava. Poi se l’era ritrovato davanti all’edicola ed aveva notato che nel tirare fuori il fazzoletto gli era caduta a terra la busta con i soldi della pensione. Ma invece che sentirsi rassicurato dal fatto che gliel’avessi riconsegnata mi sembrava atterrito. “Cosa vuole da me? Mi lasci, quella busta non è mia”. Ero stupefatto.Si divincolò rimettendosi a correre e sparendo tra la gente. Il Bambi è rimasto lì, attonito, a pensare mentre la busta gli bruciava in mano come se quel denaro provenisse da una rapina. Dopo anni di tossicodipendenza era riuscito a fare una considerazione amara riflettendo sul fatto che la nuova legge del Governo, quella che monitora tutti i movimenti di denaro sopra i mille euro, quel giorno aveva fatto un’altra vittima. Poi, per prudenza, ancora prima di aver svoltato l’angolo, aveva gettato il denaro dentro a quel cassonetto dove poi si era nascosto aspettando che si calmassero le acque. Comunque sta bene se Dio vuole, anzi persino attento e interessato all’insediamento del nuovo Governo. Renzi gli piace un sacco perché è come uno di noi di San Frediano. Uno da bosco e da riviera. Soprattutto da Boschi. E prima di riattaccare era addirittura contento di quello che aveva visto durante il giuramento, “si Gianni, quando gli ha guardato il culo ho capito che era proprio uno di noi”.