Certo che questo tempo non aiuta, piove sempre, come se non bastasse già la Fiorentina che perde sempre, il Cagliari che perde tempo, e poi tutte quelle guarnizioni, in casa, che anche loro soccombono al tempo senza nemmeno bisogno di Muriel o Pinilla. Rubinetti da stringere bene, come i denti, per vedere di superare questo periodaccio. Nel quale chi ha le gengive che sanguinano, quando il polpo è un po’ duro è costretto a ciucciarlo tutto invece di morderlo. Unica eccezione il buon periodo che sta passando il Bambi dopo l’ennesima disintossicazione, e questo tempo da lupi lo aiuta ad essere inserito meglio nell’ambiente in cui vive, meglio cioè che nel periodo estivo, visto che il suo eskimo è capo unico del suo guardaroba. Lo trovo in via Sant’Agostino e per la prima volta è stato lui a rinfrancarmi, mi ha raccontato del suo momento positivo che gli permette di vedere la vita sotto una nuova luce anche se sempre con il vecchio eskimo. Mi ha confortato sostenendo che Di Natale un altr’anno avrà smesso di giocare e probabilmente Muriel sarà stato ceduto, rimane solo una qualche incertezza sul futuro di Guidolin, ma se anche lui se ne andrà come sembra, potremo finalmente pensare a Udine non più come una palude malsana. “C’è la sfida di ritorno”, mi ha ricordato poggiando la sua manona sulla mia spalla, oltre ad augurarmi che martedì prossimo potrebbe essere un giorno fortunato come lo è stato ieri per lui. E mi ha raccontato che ultimamente riesce sempre a trovare qualcosa di valore, e che questo lo aiuta ad affrontare la quotidianità con un minimo di sicurezza economica, a maggior ragione oggi che ha smesso di farsi. L’altro giorno ha addirittura trovato un portafogli con dentro 3000 euro, che qualcuno, sull’autobus, aveva dimenticato nella tasca del suo vicino. E allora c’è speranza anche per la Fiorentina, magari di rubare una vittoria quando non se lo merita, visto che invece è capace solo di perdere quando non se lo merita. Certo il Bambi con 3000 euro in mano e senza la dipendenza dall’eroina è un uomo senza più punti di riferimento commerciali, infatti su una televendita registrata ha acquistato un materasso in lattice veramente comodo. E con il materasso gli hanno dato in omaggio una rete ortopedica, dieci parure di lenzuola e federe, due guanciali, due comodini, un armadio, un lampadario, due abat-jour e perfino le tende per la camera. Era contentissimo, perché ha avuto tutto questo al solo costo del materasso, che erano appunto i 3000 euro precisi. Sarà stata la sua infanzia difficile a segnarlo così, poi dopo essere stato segnato è stato anche segnalato dalla Polizia, subito un impronta chiara quella che avrebbe preso la sua vita, fino a lasciare alla stessa Polizia le sue impronte digitali. Da piccolo era molto vivace e per non andare all’asilo inventava ai suoi genitori la solita storiella che le maestre erano cattive. Ieri mentre passavamo proprio davanti a quel luogo in via de’ Serragli, mi ha raccontato che una volta era anche riuscito a scappare, ma le maestre lo ripresero quasi subito. Fu quella volta che per due mesi lo rinchiusero a pane e acqua in cella di sicurezza. Poi mi ha raccontato che con i suoi grandi occhi neri, l’espressione dolce e l’aspetto quasi dimesso, la sua maestra delle elementari, una donna dal fare molto materno esattamente come sua madre, quando faceva qualcosa che non andava, lo nerbava sul sedere con una cinghia di cuoio. Fino a quando non ha cominciato ad uscire la sera, e così grazie a questa prematura abitudine è riuscito a prendere la terza media proprio alle serali. La sua vita si è intervallata tra eroina, metadone, crisi di astinenza e crisi d’identità, e in quei momenti le ha provate di tutte, frequentando la comunità degli arancioni dove in deroga aveva ottenuto il permesso d'indossare l'eskimo verde, fino all’esperienza più forte che gli ha lasciato ancora oggi un grande punto interrogativo. Era stato in visita in un monastero di monaci tibetani dove lo avevano accolto molto bene e gli avevano insegnato a meditare. Sono stati momenti magici, in cui aveva ritrovato se stesso. E una volta che si era ritrovato si era chiesto che cazzo ci facesse mai in un posto come quello. Un interrogativo ancora aperto e che all’epoca risolse tornandosene in San Frediano a farsi di corsa. Prima di salutarmi, affranto com’ero dopo le solite dichiarazioni di Guidolin che quando vince fa i complimenti all’avversario mentre quando perde lo infama senza tanti complimenti, mi ha voluto rincuorare raccontandomi come avesse vissuto anche lui momenti tremendi come io dopo la sconfitta a Udine nella semifinale di Coppa Italia. Oggi, invece, quando si alza al mattino, è subito sveglio e lucido come pochi. Si prepara una colazione abbondante e si sente pronto e allegro per affrontare la giornata senza fare tante storie. E questo malgrado la sera vada sempre a dormire ben oltre la mezzanotte. Dicono che questo possa essere dovuto al suo metabolismo che è molto veloce. Secondo lui, invece, pensa che lo aiuti molto il fatto che si sveglia sempre dopo mezzogiorno.