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sabato 1 febbraio 2014

Le discese ardite e le risalite

Oggi per fortuna il biondo centrocampista non ci sarà a increspare la serenità del nostro vivere, a Cagliari possiamo ritrovare la giusta intimità che avevamo perso, visto che il matrimonio tra la Fiorentina e Ambrosini non è vissuto bene da tutti, anzi, nella partita interna con il Genoa si è avuta come la percezione che quello fosse stato per alcuni il momento di massima difficoltà nel rapporto tra le parti. E lo dico con cognizione di causa perché ci sono già passato, anche io ho vissuto male una esperienza simile con la Rita, ritendendo un certo momento della nostra storia come il culmine di una crisi, per accorgermi, invece, che quello era stato il momento più alto. Racconto questo episodio della mia vita privata per stemperare la tensione e aspettare, divagando, la partita che ci dovrà riconsegnare la gioia della vittoria smarrita in una mischia del cazzo a seguito di un calcio d’angolo risultato peggiore anche dell’utilizzo di Ambrosini. Conobbi la Rita in un modo curioso, mi tamponò con la macchina mandandomi a sbattere contro un albero del viale dei Colli. Mi ruppi il naso, il femore e una vertebra. La macchina dovetti buttarla, iniziò in questo modo così strano il nostro amore. E ripensandoci, oggi a distanza di anni, quello è stato il momento più bello della nostra storia. Mentre ieri c’è stato qualche malinteso tra di noi, del resto può succedere anche in famiglia, e so che dopo la mia autocertificazione del titolo di fava, titolo vacante e ambito anche in uno dei quattro cantoni della Svizzera, il fatto di avervi considerati parte della famiglia potrà destarvi un certo disagio di natura ereditaria. Ma in famiglia alla fine ci si spiega, e tutto bene o male si risolve, certo, delle volte anche in famiglia ci sono elementi di difficile gestione e con i quali si fa fatica ad entrare in sintonia. Delle volte si uccide. Anche in questo caso, e in attesa di vincere a Cagliari e poi di vincere a Udine, vi racconto come ho vinto certe anomalie di famiglia senza bisogno di uccidere e senza eredità di mezzo. Con la barba sempre incolta e un sigaro toscano incollato su un lato della bocca, a volte mezzo, aveva modi bruschi con tutti. E se c’era una rissa in un locale non esitava a frequentarla menando cazzotti e bestemmiando. Sì, d’accordo, elementi così ce ne sono sempre stati, ma a me dispiaceva averne uno nel tratto che andava da via di Serumido a piazza della Calza, forse perché dava discredito a un quartiere stranamente quieto in quel periodo, o forse perché in fondo era pur sempre mia sorella. Malintesi, niente di male se poi ci si spiega, certe volte possono addirittura diventare aneddoti divertenti come quando il fornaio di via Santa Monaca alle sei di mattina vociava “oh donne ce l'ho con l'olio” e una vocina gli rispondeva, “e io ce l'ho con la maiala di tomà che ti fa uscire a quest'ora” E a proposito di “Ambro” voglio dire che siamo una grande squadra a prescindere da chi gioca, perché siamo anche una grande società, perché ci allena un grande Mister, perché abbiamo grandi ambizioni, e perché da Manchester come da Monaco di Baviera, i giocatori vengono a Firenze attirati da progetto e gioco, abbiamo cioè lavato il recente passato, fatto prima di fallimento, poi di risalite, o meglio, come diceva Battisti, come può Franco Scoglio arginare il mare, anche se non voglio torno già a volare. Le distese azzurre e le verdi terre. E appunto le discese ardite di Cecchi Gori e le risalite dei Della Valle. E così anche io alla fine mi sono arreso e dopo tempo immemorabile ho lavato la macchina. Ora è bianca e splendente. E dire che per anni ho sempre pensato che fosse marrone. Ma ve lo ricordate Marrone in cambio di Jovetic? E non pensiate che faccia discorsi a bischero solo perché non voglio affrontare il problema Ambrosini. Non sono Ponzio Pilato. E per dimostravi che non me ne voglio lavare le mani, ma incentivare l’uomo che è sempre così restio a farlo dopo aver pisciato, ho fatto installare i nuovi lavandini nei bagni del blog.