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sabato 15 febbraio 2014

Firenze

Uno dei grandi vantaggi di vivere in questa città è senza dubbio la possibilità di vedere la Fiorentina dal vivo, e quindi a partire da questo sabato mattina presto, anche trascorrerci un’intera giornata con la speranza, arrivati a stasera, di fare fuori Mazzarri. Di vederlo lì a pochi metri rosso di rabbia, perché no anche grazie a un gol del subentrato Mario Gomez. Ci sarebbe poi il lampredotto con la salsa verde che ti apre un mondo, un po' come quando si aprono le porte del Corridoio Vasariano. E poi le continue mostre d’arte che si susseguono insieme alle emozioni, arricchendo il calendario dei grandi eventi con date alcune significative e altre meno. Ma anche là dove certe mostre d’arte lasciano più che perplessi torna in aiuto ancora una volta il fatto di vivere proprio qua. A Firenze. Mi raccontava il Bambi che per fare il ganzo con la sua nuova fiamma oggi non più sfiammata dal crack come un tempo, è voluto andare a vedere una mostra al Forte Belvedere di uno scultore contemporaneo di quelli molto concettuali, uno che realizza le sue opere saldando insieme reti da letto, cerchioni di biciclette e vecchi rottami di ferro. Mi ha voluto rendere partecipe della sua emozione per aver visto cose meravigliose da lassù, appunto. Come se fosse stata ancora la prima volta. Poi però di essere dovuto entrare a vedere la mostra. Firenze del resto è panorama e scorcio, dove ti giri ti giri, rimani impanato nelle sue vedute e la tua anima immagazzina emozioni con il grandangolo. Renzi Premier, Nardella reggente, e per un nuovo reggente c’è sempre un autoreggente in città che fa bella mostra di se da qualche taglio di gonna, ed è subito marmo, rinascimentale e non. Alzi il naso in direzione della Loggia dei Lanzi e ti viene da chiederti “A che ora è la fine del mondo?” No, perché così mi regolo e non perché vorrei fare chissà che cosa. Andrei a prendere la Rita e Tommaso, un gelato da Grom e un caffè da Robilio, senza dire tante parole. Mi guarderei tutto intorno e assaporerei la bellezza, anche quella di passare del tempo insieme alle persone che amo. Farei una bella passeggiata, senza l’ombrello se piove, un tuffo nell’Arno se potessi. Guarderei il gol di Gomez a Mazzarri o guarderei giù dal Campanile di Giotto, per vedere le nuvole e galleggiarci un po’, prima di vedere il tramonto dietro al Ponte Vecchio. Mangerei un pan di ramerino senza bere e senza nemmeno strozzarmi, userei le pagine di Stadio per farci delle barchette da mettere nella fontana del Nettuno, Tommaso potrebbe addirittura mangiare la frutta senza lavarla. E invece del naso al Porcellino toccherei ancora una volta il culo alla Rita. E poi, dipende da che ora si è fatta e quanto tempo c’è rimasto ancora. Forse un succo di pomodoro e un panino tartufato dal Procacci ci rientra, e se poi non dovesse finire, avrò passato una bellissima giornata.