Certo che se pur senza Gomez, Rossi, Tomovic, Aquilani, Ambrosini e Gonzalo la risposta dei sopravvissuti è questa, l’emergenza ci permette di capire meglio le qualità del gruppo. Morali e tecniche. L’emergenza come rivelatrice di giocatori talentuosi che grazie alla moria delle vacche si mostrano, come nel caso di Wolski, in tutta la loro luccicante prospettiva. Ci voleva la vittoria e vittoria è stata con buoni segnali anche da parte di Ilicic. Il 3 5 2 sembra rimettere a posto le tessere del mosaico, con lo sloveno che trova giusta collocazione e colpo vincente, Anderson per buoni trenta minuti più integrato, e una ritrovata sicurezza difensiva. Ci siamo risparmiati Mati per martedì, trovato il gioiellino di padre polacco e c’è speranza per il recupero di Gonzalo, dispiace per la perdita di Borja Valero che farà il bis anche in campionato contro l’Inter. La vittoria contro l’Atalanta che è pur sempre una squadra rognosa anche se in trasferta ha raccattato meno che del mendicante sul sagrato della chiesa di Serumido, restituisce fiducia a tutto l’ambiente. Anche io che spesso guardo quel mendicante con fastidio oggi mi sento più generoso, mi sono svegliato con la voglia di fare del bene grazie proprio alla vittoria della Fiorentina che ci proietta alla messa e alla partita di ritorno contro l’Udinese con tanta speranza nei cuori. Stamani non ci penserò due volte, e al poveretto che chiede l’elemosina gli farò scivolare in mano una banconota da 50 euro, e minimizzerò quando non finirà mai di ringraziarmi incredulo per quel mio gesto di grande generosità. Si, me la immagino così la mia domenica mattina quando il mattino ha l’oro in bocca e i tre punti in tasca, e gli potrei aggiungere che non è un granché perché avrei potuto fare ben altro se solo avessi potuto. Del resto erano un paio di giorni che giravo con una rabbia sorda senza sapere cosa fare di quella banconota falsa che mi avevano rifilato. Di più false adesso restano solo le ambizioni del povero Montolivo che con l’arrivo di Essien perde posto e fascia di capitano tutto in una volta, mentre con i nostri tre bei punti di ieri ce ne andiamo ad affrontare la gara di martedì con il sorriso. Non lo volevo dire ma lo dico prendendomi tutte le responsabilità e sperando che la signora delle querelie non si avvalga dell’avvocato anche per il paragone ardito, ma a me Wolski mi ha ricordato Baggio. L'ho detto. Adesso qualche singolo, bene il Neto operaio fare e disfare è tutto un lavorare, Diakitè è impressionante per lo strapotere fisico e per la facilità con la quale si è inserito, un grande acquisto. Bene anche Compper e il solido Savic, mentre Cuadrado ritrova per un tempo lo spunto e la velocità, Anderson ordinato ma in riserva fissa come Vargas concreto che trasforma Pasqual in riserva fissa. Ilicic brutto ma bono e poi Wolski prezioso e lezioso con tocchi morbidi e gran gol che mi regala la sensazione di aver trovato uno di quei polacchi tipici che ci lustrerà i vetri degli occhiali. Bene anche Montella che mette Ilicic al fianco di Matri ripescando il 3 5 2, fa tirare fuori gli artigli alla squadra e azzecca le sostituzioni. Adesso bisogna arrivare in finale di Coppa Italia, in qualsiasi modo, perché anche se brutti e fortunati so che saremo applauditi, martedì conta solo il risultato, e per rendere più comprensibile il concetto, utilizzo l’esperienza di mio cugino Dimitri, laureato in filosofia non a caso e attore dilettante non a caso in una compagnia che mette in scena commedie d’avanguardia. Quelle, parliamoci chiaro, in cui il testo è un po’ incomprensibile e gli attori sembrano muoversi in modo casuale e scomposto. Perché una sera al taetro di Cestello dove ero presente per amore di famiglia, mentre recitava, inciampò sul palcoscenico e cadde nella buca del suggeritore, dalla quale riversò subito una sequela di terribili parolacce. Fu applaudito per dieci minuti.