Una sconfitta che mi ha provato, ho provato anche a dormirci su un’altra notte, niente, anzi mi sono svegliato alle tre e mezzo con gli incubi. E non mi riferisco alla querela. No. Avevo raggiunto il 99% del possesso palla e l’Udinese in quell’impercettibile 1% mi aveva punito in contropiede con Di Natale. Sudato come dopo il pranzo Di Natale, mi sono guardato intorno e per fortuna ho riconosciuto nel buio della stanza, angoli di quotidianità rassicurante. La Rita per un momento mi è sembrata addirittura meglio di Guidolin. E mentre cercavo faticosamente di addormentarmi di nuovo, ho capito di essere provato, logorato, a prescindere dall’analisi più o meno corretta del possesso palla, e ho fatto mente locale. La mia mente è un locale con poca movida. I miei 50 anni suonati hanno una incidenza decisiva sui miei squilibri, proprio come i gol di Pinilla, a questo punto può rassicurami molto di più l’andrologia che il possesso palla, per questo e senza che nessuno si incazzi, vi consiglio di fare come me che ho maturato la decisione notturna di sottopormi a un check up completo. Si forse anch’io andrò a fare le visite mediche dal Fanfani così Brovarone potrà contestualizzarle nel giorno Di Natale, forse andrò lì, ma non lo so ancora, perché a differenza degli atleti in piena efficenza io dovrò andare da un oculista, da un cardiologo, da un ortopedico, da un nefrologo, da un otorino, da un epatologo e da un dermatologo. Solo che non voglio perdere tempo in mille giri e altrettante telefonate per chiedere tutti questi appuntamenti. Ho deciso quindi di rivolgermi a qualcuno che, pagando, lo faccia per me. Ho sentito dire che in via dell’Orto c’è proprio una gran bella casa d’appuntamenti. Voglio spendere tutto lì, si, voglio investire tutto in salute togliendomi i vestiti per farmi visitare meglio, e prima di andarci mi fermerò al Bancomat a prelevare il massimo giornaliero consentito. Poi se ci sarà bisogno di mettermi gli occhiali piuttosto che il preservativo lo farò senza remore, o forse sarà meglio rimanere senza occhiali per continuare a credere che il nostro giropalla sia uguale a quello del Barcellona. A questo proposito ho ripercorso con la mente tutti i nostri parallelismi più arditi con quel barcellonismo, e per un attimo mi è venuto da pensare all’esperienza che ho vissuto quando ho comprato un cucciolo di San Bernardo in un negozio di animali di via Maffia gestito da cinesi. Visto il prezzo, credo di aver fatto anche un buon affare. Certo, non è proprio come uno di quelli che vendono nei canili italiani, un po’ come appunto la qualità del giropalla blaugrana. Ma trovo che il suo pelo sintetico in fondo sia molto pratico. E poi il Barcellona poco prima di noi ha perso in casa contro il Valencia, E allora tutto torna. Noi siamo forti come il Barcellona, e dobbiamo avere la forza morale di superare il dolore di una sconfitta, anche quando è ancora fresca. Anzi, c’è chi con la freschezza ha fatto la sua fortuna, e io ieri sera per ingoiare l’amaro della sconfitta sono andato proprio dal mio amico giapponese dove serve sempre un sushi che fa invidia alla freschezza di qualsiasi sconfitta, anche di quelle maturate da pochi minuti. Ieri il sushi era talmente fresco che mi ha azzannato. E poi con ancora i morsi della sconfitta la notte ti vengono gli incubi, ti rigiri sognando di fare possesso palla, la moglie che sembra Guidolin, poi mentre sogni di possedere altro una pattuglia della Polizia ti ferma, ma con quei 90 gradi lì il palloncino non te lo fanno gonfiare. E te allora lo indossi.