C’è ancora il pericolo neve sul campionato, un’allerta meteo che è comunque meglio del pericolo nave sulle coste italiane, meglio superare lo scoglio del maltempo con uno slittino, di uno Schettino incurante degli scogli, meglio quindi sognare le calde Maldive che non le calde moldave che ti distolgono dalla plancia di comando. Timone che invece ha preso saldamente in mano Delio, variando le condizioni meteo anche all’interno dello spogliatoio, è bastato togliere un centravanti demotivato e demotivante inserendone uno motivato e trascinante, e subito l’aria è tornata tersa e frizzante. Il Mister del resto ha fatto scelte importanti avvallando da una parte la sostituzione delle lampadine bruciate, e dall’altra relegando in panca i vargasbondi, e in tribuna tutti coloro che Corvino aveva già individuato a suo tempo, ma che però non è stato capace di smaltire riempiendo colpevolmente le fosse biologiche dello spogliatoio. Rossi sta rimotivando l’ambiente e speriamo anche i tifosi, perché anche loro sono alquanto demotivati e vagabondi, inaciditi forse da una passione troppo presto spremuta, e non vorrei perché alla fine si fosse rivelata tarocca da spremuta quella passione, perché il fenomeno metereologico della demotivazione, della sindrome dell’abbandono, del vittimismo tipico da rifiuto sentimentale, si è abbattuto in città appunto come il maltempo. C’è bisogno adesso di assorbire al più presto questo ciclo di disfattismo, e cosa c’è di meglio di un assorbente per drenare il ciclo autolesionista mestruale, in modo da sopportare al meglio il disagio di questa allerta maltampax in vigore ormai da troppo tempo in città. E visto che adesso si avvicina San Valentino, che altro non è che la festa degli innamorati, come del resto dovrebbero esserlo anche i tifosi invece di comportarsi da ex, segnalo a tutti coloro che hanno il cuore infranto, un delizioso mercatino a Milano proprio in concomitanza con San Valentino, nella zona di Porta Ticinese, dedicato appunto a tutti gli ex e che non a caso si chiama “ex in the city “ parafrasando la nota serie televisiva. Questa simpatica iniziativa darà modo così di vendere i regali ricevuti dagli ormai ex, mercatino utile però anche per tutti coloro che sono in cerca di qualcosa da regalare o da regalarsi, magari facendo anche un affare, comprando cioè qualcosa di valore che per qualcuno però quel valore non ce l’ha più. Non so voi ma io ci vado perché sono convinto che ci saranno bancarelle piene di magnifiche sciarpe e bandiere Viola, e molto probabilmente anche tessere di giornalisti, telecamere e microfoni di trasmissioni televisive, e sicuramente anche la maglia di Montolivo.
Pollock, nella dicotomia Calcio/Tifo su cui si fonda La Riblogghita, il post di oggi mi spiazza. Mi sfugge la parte relativa alla cucina. A meno che ... si parla di sanguinaccio?
RispondiEliminaE bravo Pippo che mi hai
RispondiEliminariportato alla mente la friggitoria di via de’ Serragli dove si mangiavano
appunto i roventini, una frittella di
sangue di maiale con farina e un po’ di spezie da mangiarsi calda. Ricordo il
mio babbo che ci grattava sopra il formaggio, e se non ricordo male qualcuno
invece lo zucchero. Cibo di strada che io amo ma che oggi non è più possibile
trovare a causa della più severa regolamentazione igienico sanitaria, mi sarei
aspettato però caro il mio più Baccello che Pippo, almeno un aggancio con il
centrocampista del Palermo, quel Giulio Migliaccio che potrebbe poi allargare
il discorso al loro cibo di strada, con “ u pani ca’ meusa” che essendo milza ai
giocatori spesso fa male.
“Primum vivere, deinde philosophari” ci disse Aristotele, caro Pippo, e tu vuoi, in questi tempi di gente che muore dal freddo e, se vogliamo metterla in tifo, di Fiorentina che cerca di uscire dalla merda della bassa classifica, parlare di alta cucina? Dai retta a me, vatti a recuperare gli avanzi di cucina e di magazzino, fatti un bel minestrone alla scarpara ( ri-guardati il film “I nuovi mostri”, lì Gassman e Tognazzi ti daranno la ricetta) e riscàldati, poi vai a vedere i giovani al Viareggio e i grandi a Parma. Ti farà solo bene.
RispondiEliminaMah, sarà che per me il migliaccio è un'altra cosa. La mi' nonna, nata a Gallicano e vissuta a Firenze, quando ragionavo troppo, mi riprendeva dicendomi "Discorsi dimorti, ma di pinocchi su' i' migliaccio un ce n'è punti", con evidente riferimento al castagnaccio, non ai roventini di via de' Serragli
RispondiEliminaCi vo, ma si parlava di snaguinaccio e castagnaccio, non esattamente roba da Pinchiorri
RispondiElimina...evidentemente Pippo mi confermi che Diladdarno è/era un mondo a se, perché o è la mia memoria che sanguina, oppure il castagnaccio non c'entra niente. A questo punto è richiesta una perizia giurata sull'argomento, da coloro che un po' l'hanno frequentata Firenze al tempo dei roventini e del brodo di trippa, che in San Frediano si andava a prendere con il fiasco.
RispondiEliminaQuella del migliaccio come sinonimo di castagnaccio me la ricordo anch'io dalla mi'nonna. Nella su' cucina economica a legna che la faceva da stufa e da fornelli in via Filippo Corridoni, e la mi diceva: "Ovvia e si fa i'migliaccio". E l'era farina di castagne, uvetta e pinoli. Che poteva vole' dire un'altra cosa (che m'ha sempre fatto un po' schifo) l'ho imparato dopo quando a un friggitoria e chiesi il migliaccio e mi dettero un troiao tutto sanguinolento che mi vien gli urti di vomito ancora.
RispondiEliminaE mi pare che sia via Corridoni che via Mariti, dove, ancora fagiolino, crebbi, e sian Diquaddarno.
RispondiElimina...o emerite fave nominare certe vie in presenza di gente che invece ha fatto le elementari in via Maffia è proprio mancanza di buongusto.
RispondiEliminaSiii, Poppaaaa!
RispondiElimina...appunto
RispondiEliminaSperavo che in trance calcistico/edibile mi rispondessi "Melo"!
RispondiEliminaPerchè icche tu ci hai contro via Filippo Corridoni? e t'ho detto che son rifredino, cresciuto (e quasi nato) in via del Palazzo Bruciato e allora?
RispondiEliminaRifredi e gli è tutta diquaddarno, perchè Firenze un n'è artro che dilà pe' voi?
RispondiEliminaPollock, Jordan ha geograficamente ragione e questo sciovinismo di parte Bianca sa più di 24 Giugno che di Carnevale
RispondiEliminaJordan non ho niente contro nessuno, sono solo un po' asserragliato dentro a lotte di quartiere, e conoscerai bene la ruvida rivalità del calcio storico. Non sono quindi un Campari bianco ma un bianco campanilista che scherza su questa fiorentinità di quartiere, perché ama profondamente tutta la sua bella città.
RispondiEliminaScusate ma gavinana 'ndoe si vole mettere ? No foppeddivvelo
RispondiEliminaGavinana quella delle castagne (riborda con le castagne!) della famiglia Mascetti? No, a parte gli scherzi, nella mappa allargata dei quartieri, non più solo quelli storici, Gavinana/Galluzzo è parte Bianca, quindi al momento siamo 2 Bianchi e 2 Azzurri.
RispondiEliminaScusa Jordan, ma quando tu dai 3 al Prandelli del girone di ritorno a chi ti riferisci, all'allenatore o all'uomo? No, perchè nella situazione che si era creata in quel periodo, indipendentemente dalle responsabilità, il voto più giusto per l'allenatore mi sembrerebbe un "non giudicabile".
RispondiEliminaE ancora. Se è vero, come scrivi anche tu, mi pare, che i risultati sono la risultante di più fattori: Società, ambiente, giocatori, allenatore (ed io aggiungerei anche gli avversari), che senso ha fare paragoni di medie numeriche riferiti "solo" all'allenatore?
Ad esempio. Dall'inizio del campionato Gilardino, per i noti motivi, ha giocato in maniera indegna, dando un apporto minimo alla squadra. Prima Miha, poi Rossi lo hanno fatto giocare per mancanza di alternative decenti. I risultati sono stati quelli noti. Ma, onestamente, quale responsabilità è attribuibile agli allenatori?
Trattandosi di materia opinabile per antonomasia come il calcio, poi, è evidente che ognuno cerca di enfatizzare gli elementi più funzionali alla tesi che si sta sostenendo, trascurando o minimizzando gli altri, ed il tutto finisce per diventare un dialogo tra sordi.
Se ti può interessare, il mio giudizio sul Prandelli allenatore è migliore del tuo, mentre sul Prandelli diciamo "non allenatore" dell'ultima fase il mio voto è semplicemente zero.
Franco, mi riferisco a tutto, ed è ovviamente un voto, bassissimo che tiene conto del comportamento dell'uomo (trallalà, quacquaracqua, vo un po' 'n là e un po' 'n qua) e quindi anche dell'allenatore che perde completamente il controllo del gruppo, lo lascia sfarinare, va incontro a sconfitte su sconfitte e non batte ciglio. A marzo doveva sbattere la porta e mi sarei tolto il cappello, invece è rimasto, sfiduciato, senza più alcun potere a far danni e a prendere lo stipendio. Non divido l'uomo dall'allenatore, non credo sia possibile perchè l'uno paga le decisioni dell'altro ma sono la stessa persona. Tu dici che gli daresti "zero". Il numero conta poco, ma il giudizio, per quei mesi, è negativo che più negativo non si può.
RispondiEliminaCome persona non mi piace, come allenatore lo stimo invece anch'io non so se più o meno di te, ma non è questo il punto. E' un ottimo professionista, con i suoi difetti che non lo faranno mai essere, secondo me, un grandissimo, però un ottimo artigiano di buone squadre senza dubbio sì. Come è stato anche a Firenze finchè non ha cominciato a decadere, com'è anche fisiologico, fino allo stonfo finale che poteva risparmiarsi e risparmiarci. Circa i numerini sono con te. Ho scritto più di una volta che non valgono una cippa, soprattutto se comparati ad cacchium, però non li ho scritti io, ho solo cercato di rettificare le interpretazioni più abnormi.
Il montaggio dei commenti di questo post mi ricorda Tarantino
RispondiEliminaSi evince che a Pippo gli "garbava" parecchio la discussione territoriale, anche se mi aveavo relegato in una sorta di "striscia di garza" con la quale avrebbe imbavagliato volentieri la mia sanfredianità, direi che la metafora del tuo disagio mio bel Baccello, non è tanto da ricercare in quella pellicola cinematografica che comunque calza a pennello, ma per motivi di blog, più a un bel piatto misto tipo paella dove convivono la carne e il pesce, o in un cous cous dove la verdura può essere bagnata dallo zafferano, oppure anche a un più vicino cacciucco nel quale si mescolano pesci più nobili ad altri più scorfani. Ecco il punto, chi è lo scorfano in tutto questo guazzabuglio?
RispondiEliminaAppunto, e come si dice ... squadra che evince non si cambia!
RispondiEliminaMi sembra piuttosto il classico pot pourri
RispondiEliminaColonnello tu m'ha lasciato solo con quella banda d'assatanati. Bell'alleato ci ho! Almeno un sostegno morale!
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