Oggi voglio essere addirittura propositivo, abbandono il ruolo del tifoso passivo in attesa che prima o poi trascorrano le fatidiche ore decisive per Longo, e penso al Calcio Storico. In città il malessere sale perché i giorni passano senza che arrivino novità, forse oggi parlerà ADV e forse no. Forse parlerà, forse arriverà. Tutto forse. Le uniche certezze sono Pitti Uomo e i mutui a tasso fisso. Ma intanto con i Bianchi una finale l’ho raggiunta anche quest’anno. E se la parola chiave non è più “lampredotto” ma “chiarezza”, vorrei ricordare alla società che le persone più chiare oggi sul mercato, ancora più di Rogg, sono gli albini. Mi sorge quasi il sospetto che siano rimasti bruciati dall’epilogo del caso Neto e che a forza di rinviare qualcuno stia pensando di diventare il nuovo portiere. Arrivare ad effettuare delle scelte è tanto più complesso a seconda di quante sono le teste che devono prendere certe decisioni. Ma non è solo il numeroso organigramma in se a prevedere una certa macchinosità, potrebbe essere molto più complesso di quello che sembra. La Rita per esempio ha sei shampoo diversi nella doccia, e se ogni volta mi chiedo quante teste abbia mia moglie, oggi a maggior ragione mi chiedo chissà quanti shampoo ci saranno nelle docce del viale Fanti. Che poi per me il discorso dello shampoo è oltretutto una beffa, delle volte chiedo proprio alla Rita di farmi squillare i capelli perché non li trovo. Non mi interessa se la Fiorentina è rimasta l’unica società ancora senza allenatore, come sempre rimango un inguaribile ottimista, e dopo il dolore dell’esonero di Montella anche un inguaribile reumatico. Capelli o non capelli, dolori o non dolori, 50 anni suonati o non 50 anni suonati, ancora mi difendo. Non per vantarmi ma la ragazza della lavanderia mi ha strizzato l'occhio. E io voglio essere felice soprattutto per voi che mi sembrate sul pessimismo andante, perché quando sei felice, tutte le persone intorno sembrano felici. Quando sei triste, tutte le persone intorno sembrano felici. Il fatto che ancora non c’è l’allenatore dimostrerebbe che la Fiorentina non aveva pianificato affatto l’arrivo di Paulo Sousa, e che quindi pensasse davvero di riattaccare i cocci del rapporto con Montella. Il piano B non c’era perché la volontà era quella di proseguire con il tecnico napoletano, poi forse Diego ha scelto diversamente, e oggi la Fiorentina si scontra proprio con le difficoltà tipiche dei contratti da rispettare. O forse il ponderare le scelte è solo il marchio tipico della società, sinonimo di garanzia circa la serietà quando si devono fare determinati passi. Ho solo qualche perplessità, se penso che l’altro giorno mentre camminavo una fica pazzesca mi ha salutato, sono rimasto basito e quello dietro di me prima l'ha abbracciata e poi baciata. Visto a non essere veloci?