Sappiamo
per interposta persona messa lì in quanto tale da Moratti, che il problema vero
alla fine dei giochi (calcio e non) non è tanto il bere, quanto il ribere, quando invece si parla del culo di una
persona alla Posta messa lì in quanto tale perché raccomandata, il problema non
è tanto il culo, quanto il rinculo. E poi con il mercato che impazza e con
tutti i nomi che fanno senza sapere una mazza, manca solo pinco pallo, e il
problema vero alla fine non è tanto pinco o pallo, quanto il rimpallo, che
improvviso e ingestibile, nel calcio diventa favorevole o sfavorevole, a
seconda appunto, del culo. Se poi ragioni con il culo invece che con la testa
puoi anche dare aria a pensieri aerografati con la maestria di chi fa arte con
l'aerofagia, un talento di idee che degenera in emorragia, una sorta di aorta
da dove fuoriesce copiosa ogni cosa che non si sopporta, e su tutte, quella di
pensare di fare il tifo contro, e il problema vero alla fine non è tanto essere
contro, quanto il riscontro che si genera quando sei costretto ad aprire le
finestre per fare uscire la puzza dei tuoi pensieri. E' ora di smettere di
essere contro qualcuno, la guerra deve finire anche se il tarlo dellavalliano
ti sta riducendo in trucioli il cervello. Purtroppo, nel bilancio negativo
della stagione, rimane tristemente appiccicato addosso anche questo disfattismo
a quattro mani, il disfattismo dei petomani, che nasce da un argomentazione
capziosa e fallace, un po’ Oriana e un po’ Storace, apparentemente valida ma
fondata su errori logici formali, un sofisma che per tutta la stagione si è
impilato fino a diventare risma, aria, diamo aria alla stanza dove si è
scureggiato il tifo intestino che avanza, e ripartiamo senza più lo scisma,
basta divisioni e preconcetti nelle argomentazioni, unità di intenti per non
ridurre il tifo ad una vita di stenti. Direi un time out nel quale radunare
idee e forze per correggere e ripartire, azzeriamo le polemiche, chiudiamo
fuori dalla porta quello che è stato e ripartiamo, magicamente, mettiamo un Arbre
Magique al profumo di viola nell’abitacolo della nostra passione. Basta con le
guerre, che siano isolate o del parterre, basta con i tifosi “anti” al
Quadrado, basta con i tifosi brodi di dado. Oppure, siccome ci sono ancora
Cognigni e Mencucci bisogna aspettarsi che qualche scienziato del tifo, qualche
tifoso proiettato al Vuturo, vada a contestare la squadra e il mondo cinico e
baro durante il ritiro. Sennò vado avanti, tanto niente mi costa perché sfrutto
il pensiero di Paolo Costa “La carne salata fa bere e ribere; ma il bere e
ribere estingue la sete; dunque la carne salata estingue la sete. Lo stesso
vizio è nella logica di “ la mano tocca la penna; la penna tocca la carta;
dunque la mano tocca la carta, ma se fosse veramente così allora “ la mano
tocca il monitor; il monitor tocca il culo; la mano di Deyna tocca il culo di
copertina. Magari, ma non è così perché sennò allora “il giornalista dice che
la società è asina perché sceglie prima l’allenatore del Direttore Sportivo; ma
invece arriva prima il Direttore Sportivo dell’allenatore; allora il
giornalista è asino. Anno zero amore vero, e il problema vero non è chi arriva
e chi parte, ma il nuovo ciclo che riparte, e chi può aiutarlo se non chi lo ha
a cuore, a meno che l'amore per la Fiorentina è un amore nano, di quello che è
carogna di sicuro perché ha il cuore viola troppo vicino al buco del culo. Il
culo appunto, un ennesimo culo come buon auspicio per una nuova e finalmente
grande stagione, riavvolgiamo il nastro dove sono incise tutte le polemiche, e
in quanto tifosi innamorati facciamo un doveroso scatto in avanti, perché
questa volta non c'è nessun problema nello scatto e ne tanto meno nel riscatto,
naturalmente quello di Cassani e della Fiorentina.
.

giovedì 31 maggio 2012
mercoledì 30 maggio 2012
Cassani come un pesce

martedì 29 maggio 2012
Cremona
Dall’inchiesta di Raul
Cremona è partito il blitz della Polizia a Coverciano, e diciamo subito anche in
ritardo di un giorno buono, visto che la Polizia sarebbe dovuta intervenire il
giorno prima durante la visita parenti, di quelle visite solo a titolo
personale, insomma. E così a Coverciano, da oggi, oltre ai trofei sarà esposto anche un bell’avviso
di garanzia, a garanzia che il calcio italiano è cresciuto, anzi Criscito. Il
diavolo fa le pentole ma non i coperchi evidentemente, Raul da Cremona non fa
altro che sfruttare bene quella mancanza nella fornitura alberghiera, e quando
si parla di diavolo non si intende il Milan ma Milanetto, d’altra parte il mago
Oronzo non poteva che cogliere con le mani nella marmellata, chi pur con tutti
i privilegi del calcio, dimostra di essere nient’altro che uno stronzo. Che fine
ha fatto il nostro amato calcio, quello che un tempo era per noi la Bibbia,
oggi è finito a Rebibbia, e si va verso l’Europeo con qualche dubbio di natura
tattica, il 4-4-3 o il 41-bis, le sovrapposizioni o le perquisizioni, si userà
da parte della terna arbitrale il buon senso di darti un avviso prima dell’ammonizione,
o si passerà direttamente all’avviso di garanzia. E’ veramente un calcio allo
sbando, e basta pensare al Corvo, che una volta uscito dalla Fiorentina è
andato a rubare le lettere dalla scrivania del Papa pensando così di far
sparire la clausola rescissoria dal contratto di Papa Waigo. E mentre a
Prandelli la formazione gliela farà sicuramente Raul Cremona, i numeri ai Della
Valle glieli fa invece Matteino Renzi, illustrando le potenzialità dell’area
Mercafir, certo, Renzi è un politico abituato con le parole a dare i numeri, fa
un po’ strano che li voglia dare proprio a chi fa impresa come i Della Valle,
che di numeri se ne intende, di quelli veri
naturalmente, e non il gioco delle tre carte della politica, vedremo. Quei
numeri che oggi sono comunque un vero giulebbe, sono bagliori nella notte, anzi
Baglioni con “mille giorni di me e di te”, oppure una bomba di felicità, anzi
una Mina con “ le mille bolle blu”, o un fischiettare povero ma felice di “se
potessi avere mille lire al mese”, e poi anche la musica di Glen Miller
naturalmente per accompagnare lo sbarco dei mille, d’altra parte era anche
prevedibile avendo un Colonnello come il nostro, e con lo sponsor Tim che un po’
ci aiuta economicamente. E così oggi milludo di raggiungere le vette del
sitone, millumino d’mmenso con i numeri dell’incenso, e millanto, si millanto
come dice il Delfino, numeri inventati, e lo fo con l’arroganza di chi gli sembra
di fare anche una cosa ganza, e allora voglio fare proprio come Fi.it e vi ringrazio in neretto perché ieri abbiamo
sfondato il muro dei mille ah ah ah.
lunedì 28 maggio 2012
La maison Pradà
Buona
la prima, anche se in sala stampa si è sentito forte l'odore maschio del
muschio, di un sottobosco di pubblicità subliminale che qualcuno ha ordito alle
spalle del Patron distratto da occhi e latte di mandorle, riproducendolo a pro
suo all'interno del Franchi. Rocca delle Macìe a rappresentare la casa vinicola
di Castellina in Chianti e Pradà invece, a spiegare le vele di Luciano Luna
Rossa, e di fatto la Fiorentina snobberà la Tim Cup a favore dell'America's
Cup. Macia e Pradè, tant'è, ci è piaciuta proprio la prima manche della
combinata, bene anche Andrea che si è smarcato dagli impegni orientali per
preparare la pista dove si correrà il prossimo futuro. Aspettiamo fiduciosi la
scelta dell'allenatore, anche con un certo ritrovato sorriso, per come almeno i
giornalisti fiorentini, malgrado una certa ernia iatale, siano riusciti a dare
giudizi positivi, e così l'ottimismo sale. Intanto Giorgio Masala è andato a
trovare un amico a Sollicciano, e dopo che la società ha mostrato un certo
nervosismo, ha precisato di averlo fatto solo a titolo personale, Maxi Lopez grande
amico del Masala, a Firenze per salutarlo, visto che era andato a Sollicciano
senza aspettarlo, si è innervosito come la società, tale e quale, e allora per
darsi tutti una bella calmata potrebbero aver deciso di firmare un armistizio
di tre anni con opzione sul quarto, perché Lopez è un nome e una garanzia, da
Jennifer a Ufarte, come anche Aquilani una volta verificato che lo chassis non
sia in legno marcio come quello di una Morgan marcia come il cantante. Mentre
per la panchina bisognerà aspettare ancora un po’, almeno che venga deciso
finalmente come fare la nuova pista dell'aeroporto, perché adesso sembrerebbe
prevalere la soluzione parallela-convergente all'autostrada, ma c'è sempre il
comitato della Piana che spinge per farla passare da Campo di Marte ortogonale
alla panchina della squadra locale, mentre c'è qualche fenomeno riportato dalla
piena che ha avanzato l'ipotesi di toglierla e fare atterrare solo Sea Harrier
a decollo verticale. Lo stesso, che evidentemente appassionato di aerei, in
riferimento al nuovo tecnico, aspetta a gloria l'aeroplanino Montella per farlo
atterrare a Campo di Marte, facendo quindi un tifo della Madonna per il
comitato della Piana. La conferenza stampa sembra comunque avere riportato un
po' di fiducia, Kawasaki Rocca delle Macia gode di ottima reputazione e
cilindri per viaggiare veloce verso le nuove scelte, e Pradà potrebbe
veleggiare con maestria nel mare agitato dello spogliatoio, visto che ha
annunciato colloqui conoscitivi per cazzare la randa in testa a qualche
cazzone. La prima mossa non sarà certo Messi, ma una massa di aria calda ed
entusiasmo sembra arrivare lo stesso in città, alta pressione e passione, è in
arrivo una nuova stagione, e per un nuovo ciclo ci vuole un anticiclone, che
porti via il pessimismo, il basso modo di fare tifo e giornalismo, via la bassa
passione. E' attesa a ore la scelta, e per la maison Pradà non può essere che
una grande firma la sua prima firma sul futuro Viola, (comincia il gioco) e tra
nomi che fanno parte delle tante balle, tra le tante rotture di palle, e di chi
invece ci ha voltato le spalle, metti il tuo nell'anagramma dei sogni, è
facile.
domenica 27 maggio 2012
La nuova Sabbioneta
Sabbia.
Non c'era verso di mangiare nemmeno più il panino con il
lampredotto, quando tirava vento, la sentivi scricchiolare sotto i
denti, specie con la tramontana, e allora era facile rinfacciare al
trippaio tutto il proprio disagio e nervosismo “che c'hai messo le
vongole?” Alla fine il futuro tanto atteso era arrivato vestito di
bianco, con tanto di codazzo, Della Valle del resto era rimasto molto
colpito dalla lettera del Vuturo, che non sapendo più a chi
rivolgersi aveva deciso di scriverne una anche a Babbo Natale,
l'ultima, chiedendogli il Subbuteo con tanto di spettatori e tribune
per riempire di nuovo lo stadio e sentirsi finalmente lui il
presidente della Fiorentina. Con il bioadesivo e il Domopak lo aveva
anche intitolato “Vuturo Arena”, e Diego si era messo una mano
sulla coscienza, aveva finalmente venduto. Sabbia. Era diventato
necessario indossare occhiali da saldatore, e a ridere sguaiatamente
ti si impastava la bocca, d'altronde era un piccolo prezzo da pagare,
infinitamente piccolo, proprio come quei granelli che si infilavano
dappertutto, il prezzo della liberazione dai marchigiani che avevano
desertificato la passione, anche se così a prima vista
sembrava più deserto adesso, comunque tempo al tempo, questo
ha i soldi veri, ci farà sognare, e qualche stravaganza è
pur sempre accettabile, Firenze del resto è città
tollerante visto che ha messo una penna in mano al Vuturo. Sabbia.
Non si poteva neanche più dire sei fastidioso come la sabbia
nelle mutande, perché tutto era diventato fastidioso, e
intanto qualcuno le mutande se le era dovute togliere suo malgrado.
Cassani sembrava in imminente riscatto a sorpresa, nonostante
Ceccarelli fosse sempre pronto ad affermare il contrario, e intanto
il giocatore si era dovuto tagliare la barba perché gli si
riempiva come un estintore, ma chi se ne frega, finalmente i Della
Valle avevano venduto e al Vuturo gli era stato regalato un cammello,
anche se non riusciva a starci seduto comodamente. La trattativa era
durata poco perché Diego era ormai sfiancato dalla tanta,
troppa corrispondenza, ultimo episodio, a Casette d'Ete si era
presentato il postino di “C'è posta per te”, e così
il Patron si era ritrovato in studio dietro alla busta, con Maria De
Filippi che gli chiedeva se poteva aprirla, e provate a indovinare
chi c'era dall'altra parte. Basta, aveva detto basta e aveva chiuso
la trattativa velocemente, la Fiorentina aveva una nuova proprietà,
e la città aveva liberato la propria gioia con gli stessi
caroselli di quando si vince qualcosa di importante, tutta la notte.
Da quel giorno Firenze aveva trovato finalmente il suo sceicco, i
suoi sogni di gloria, e ora si sentiva pronta a conquistare l'Europa
del calcio, a togliersi la sete con la sabbia, insomma. Non fece in
tempo però neanche a fare la prima operazione di mercato, che
la tristezza lo travolse, e quando la depressione coglie uno sceicco,
tutto può succedere, anche che possa saltare il riscatto di
Cassani atteso dalla piazza con trepidazione, ma ci pensò lui,
come sempre, anche perché facilitato dal fatto che non aveva
più bisogno di scrivere lettere, oggi era in grande sintonia
con la proprietà, grandissima, e andava a Palazzo come al bar,
portando con se sempre del burro, stranezze di un personaggio
eccentrico si pensava, gusti di una persona lontana dai nostri gusti,
e per il tifoso era fatica vera tenere certi rapporti, tanto che ne
usciva sempre un po' provato, come spossato. Si insomma, per farla
breve lo sceicco aveva la saudade come Edmundo, Firenze era si una
city, ma troppo poco Kuwait, e allora era caduto in depressione, non
si sarebbe aspettato mai tutta quella pietra serena, ma con l'aiuto
del capo tifoso, che aveva superato argomentando brillantemente, le
forti resistenze di Renzi, si era cercato di ricreare l'atmosfera
della sua terra ricoprendo interamente Firenze di sabbia. Pochi
acquisti, anzi ancora nessuno, ma tanti disagi in compenso, più
che a Donoratico, fino a quando, un giorno, lo sceicco omosessuale se
ne andò come era venuto, con il suo harem di finocchi,
lasciandoci tanta rabbia e sabbia, anche con un capo tifoso in meno,
sì, perché nel frattempo si era innamorato e fidanzato
proprio con lui, e alla fine invece di Cassani aveva scelto di
riscattare solo l'ultrà. Oggi ci arrivano le sue lettere,
copiose come sempre, ma non chiedono più nessun confronto, ma
solo conforto, si sa che una volta diventato capo tifoso dell'harem
qualche problema possa essere sopraggiunto nel soddisfare la
depressione dello sceicco, e la sabbia fa attrito, e di certo non
aiuta.
sabato 26 maggio 2012
Piazza Cestello, pazza piazza
Sono
contro come un frontale, faccio tifo contro e ho sempre in tasca i
gettoni dell'autoscontro, dopo il no di Woody Allen, dico che con il
nuovo Direttore Generale, e lo dico con lo stesso malanimo di un
tifoso medio da ridimensionamento, dico che dopo Corvino siamo
caduti dalla Pradella nella brace. E allora pace se volete la guerra,
perché se la società continua a fare scelte solo per
indispettire, il carosello del tifoso che non vede mai il bello, il
frastuono di chi non vede mai niente di buono, si sposterà
svolazzante come un avvoltoio, sulla ridda di voci, che fredda,
alimenta la rabbia per una proprietà che non accontenta. Ora
tocca all'allenatore, e chiunque arriverà, è bene
essere subito chiari, sarà prima di tutto una grande testa di
cazzo, e lo sarà una volta per il parterre e un’altra per
chi vuol far da zavorre, e non dico solo di Ranieri, perché
c'è sempre qualcuno distratto dalla centrifuga della lavatrice
che è belle lì a scrivere lettere magari per
confrontarsi con Emanuele Filiberto, pensando alla scelta scriteriata
della società di lanciare nel Principato di Monaco il brand
Fiorentina, e a niente gli saranno valsi i richiami alla calma degli
infermieri che “non è quella Monaco lì e neanche Lo
Monaco”, peggio mi sento, perché partiranno le raccomandate
alla Merkel chiedendo la testa di Ovrebo e Klose. Montella invece è
inviso al curvino perché inizia per Montolivo, Mazzarri è
antipatico, si chiama Walter come Schachner e Firenze non è
Cesena, poi c’è sempre quel qualcuno che soffre del raptus
del bucato, che insieme alla centrifuga parte anche il solito casino
di corrispondenza selvaggia, una centrifuga che fa troppo casino, e
così tra l'odio per Mazzarri e quello per i Della Valle
chiederà un confronto anche con la marineria di Mazara del
Vallo. Pioli siccome è stato già confermato, allora era
“bono” solo lui, ma noi si dorme, non si spende e si sbaglia se
si attende, e poi Bologna non è Lecce. Il fascino
dell’allenatore straniero non attacca almeno che non sia Guardiola
perché ha cognome italiano, perché tiene cuore italiano
come Depardieu, per il resto che vadano tutti a Fan Gaal. Intanto
Maxi Lopez è stato avvistato a Firenze, Pinilla a Venezia e
Matri a Roma, e così per il piacere di fare un giro in gondola
con la moglie, il cileno sembra essere proprio il turista più
sfigato, a Venezia infatti c'è già qualche giornalista
che in questo momento lo sta presentando come il nuovo centravanti.
Ormai a Firenze siamo in piena bagarre, si è fatto passare da
bischeri per settimane chi avrebbe scelto prima l'allenatore del Ds e
i fatti alla fine gli hanno dato ragione, ma è un po' tutta la
città che ha perso smalto, e non solo i giornalisti o gli
imbianchini, c'è per esempio il prete di Cestello che non solo
non suona più le campane a favore di una senz'altro più
comoda diffusione audio che ne replica perfettamente il suono, se non
fosse che invece delle campane, ogni ora, con la voce presa in
prestito da un muezzin esodato, ci ricorda a squarciagola che Cassani
verrà riscattato. Al povero Guetta invece, che lo fanno
incazzare, gli è toccato tirare fuori un Guccini dalla
fondina dei ricordi per difendersi, che con le merde che girano, è
come andare a fare una rapina armato solo di pazienza e con la R
moscia, come per facilitare il cassiere a rilasciare dichiarazioni
del tipo “a me dalla voce è sembrato quello che fa le
radiocronache della Fiorentina”. Siamo fuori controllo ormai, Della
Valle come un male da estirpare, è di queste ore l'allarme
lanciato dalla questura sulla possibilità concreta che in
città si riaffacci il fenomeno dei sequestri dopo quello
fortunatamente ormai lontano di Belardinelli, le anticipazioni di Di
Marzio raccontano di un inchiesta che nasce dopo che agli inquirenti
era sembrato sospetto proprio il comportamento del muezzin di Piazza
Cestello, fino a quando non hanno intercettato il Ceccarelli che
consegnava furtivamente un foglietto all'incaricato di salmodiare, e
a quel punto i sospetti sono diventati certezze, anche se il
biglietto recuperato aveva una sola parola leggibile, riscatto, che
poi sia quello di Cassani o quello dopo due anni di delusioni,
probabilmente lo leggeremo su qualche lettera al prossimo bucato.
venerdì 25 maggio 2012
Una scelta Cozzamara
Incassato
anche il no di Woody Allen, la società, spalle al muro dopo la lettera di
Vuturo, ha virato velocemente intorno alla boa del rilancio, un boa che ha
stritolato l’idea positiva del futuro, per cercare solo il recupero di un
consenso ruffiano, e quindi non più con un nuovo progetto tecnico che guarda
avanti con la visuale libera di chi vuole veramente affacciarsi al domani
investendo, non più quindi una società capace di salire sulla balaustra di un
nuovo ciclo, ma attraverso un operazione nostalgia che ha il sapore rancido di
un programma di Carlo Conti. Troppi i no incassati, e troppo dolorosi per chi è
abituato a sguazzare tra i brand del lusso, tramortiti di fronte alle proposte
declinate dal top management di grandi menti, nel senso di bazze, da Oriali a
Sebino Nela, da Bruno Giordano a Mariannella, da Cesari fino alla su’ sorella,
che sarebbe dovuta diventare addetta stampa, o meglio addetta alla stampa come
Photocopier Manager, che ricalca lo stesso schema del Team e del Club Manager,
unico schema rimasto in eredità dall'esperienza di Delio Rossi giustiziere
della notte fonda, mentre l’ex arbitro al carbonio avrebbe dovuto allenare gli
arbitri del proprio destino. Si, si è scelto solo per tamponare il più
rapidamente possibile la falla dei no, e da un possibile nuovo ciclo si è
passati a un ciclo emostatico per fermare l'emorragia di appeal, per sedare il
malcontento e drenare il pus di una tifoseria costretta al bus, sul quale far
salire ambizioni povere, pigiate, in piedi e sempre in ritardo, ammesso che
passino, un po' come il 23 A che va a Sorgane. Si, il dado è tratto, non sarà
Moggi e nemmeno Maggi cuore del sapore wuaam, solo perché i marchigiani fanno
le cose senza cuore, e forse anche perché di brodi e non solo di dado ce ne
sono anche troppi a Firenze per aggiungerci quelli vegetali, quelli che
vegetano tra le polemiche, a proposito dei quali ce n'è uno eletto capo tifoso
dalla falsità di Ulisse che si spaccia per quello che non è con Polifemo, e che
ha la giusta pretesa di fermare il mondo e di chiedere confronti come preventivi
assicurativi online. Un brav’uomo certamente, che lo fa in buona fede perché
distratto dalla centrifuga della lavatrice che frulla come la tempesta di idee
di Cognigni, si insomma, il tifoso che ha a cuore il cuore del sapore e del
problema, e anche per fare una bella figura da brodo, ha sentito la pubblicità
di Fiat Professional con Abatantuono, che dice “so Dieco ti spieco” e l'ha
scambiata per l’intervista orientale del Patron, e s’è incazzato come il povero
Cozzamara, anche se a lui gli avevano ucciso solo la moglie per sbaglio, e non
certo i sogni di una Fiorentina vincente. La società ha scelto troppo
velocemente proprio perché sferzata dal vento delle pressioni, le stesse che
non vollero più Sinisa per quel Delio Rossi che ha aggiunto un buon numero di
cazzotti ai numeri di Tiberio Fossi, e hanno scelto qualcuno non certo per le
sue doti professionali, e neanche per spendere meno, perché come sanno bene gli
analisti in analisi, la società spende volutamente di più per ridurre il
proprio valore, e quindi no a Zeman che costa poco lui e poco costerebbe il suo
progetto, e si magari a Ranieri che costa decisamente di più. La figura che è
stata scelta al posto di Woody Allen ha il solo scopo di riscaldare i ricordi,
di ricreare quell'atmosfera tipica della Vecchia Romagna Etichetta Nera, un
Direttore Generale scelto per assonanza, per dolcissima e amichevole assonanza,
solo per una somiglianza sfruttata indebitamente, un crisantemo di plastica che
eviti di andare a Trespiano tutte le settimane, una scelta di quelle complici
come un tu confidenziale, forse anche due piccioni con una fava, si insomma s'è
preso Prandè che potrebbe fare anche l’allenatore.
giovedì 24 maggio 2012
Midnight in Paris


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